5.23.2008

Un'altra giovinezza



Ho visto molte critiche a questo film in giro per la rete.
Francis Ford Coppola ritorna alla regia dopo dieci anni (è del 1997 l'adattamento da Grisham The Rainmanker).
A parte l'evento in sé, andiamo a vedere cos'altro c'è di interessante in questo film, a priori. C'è Tim Roth protagonista. Ecco, io, tra Sean Penn e Tim Roth, farei veramente fatica a scegliere. Non so se mi spiego.
La storia è tratta da una novella di Mircea Eliade, Un'altra giovinezza.
Non so se mi spiego: Mircea Eliade. Credo che senza Eliade non mi sarei mai appassionato alle religioni orientali. Ricordo ancora il giorno in cui ho letto il suo Lo sciamanismo e le tecniche dell'estasi, un libro che, sinceramente, mi ha cambiato la vita.
Non so se mi spiego.
Non è la prima volta, a dire il vero, che una storia dello studioso e scrittore rumeno trova spazio al cinema. Ricordo Una notte a Bengali, diretto nel 1988 dal francese Nicholas Koltz e ispirato al più noto fra i romanzi di ambientazione indiana di Eliade, Maitreyi. Inoltre, Raul Ruiz si appresta a trarre un film da un’altra opera di Eliade, il vampiresco Signorina Cristina.
La trama di Youth Withouth Youth (questo il titolo originale del film di Coppola) è affascinante. Dominic Matei è un anziano docente di linguistica. Sul finire degli anni Trenta, a Bucarest, viene colpito da un fulmine. Non solo scampa clamorosamente alla morte, ma inizia misteriosamente a ringiovanire, suscitando la curiosità degli scienziati nazisti, desiderosi di assicurare la sopravvivenza del Terzo Reich con ogni mezzo, non importa quanto arcano. Per Dominic Matei, questo è solo l'inizio di un "viaggio allucinante" dentro e fuori dal corpo, alla ricerca di misteriose proto-lingue, delle possibilità pratica della metempsicosi, della verità sull'esistenza umana, ma anche dell'amore.
Ecco, ho letto veramente molte critiche a questo film, un po' tutte sull'impronta "Coppola torna fra dieci anni e fa troppo il "Coppola" oppure "solito calderone mistico-filosofico triturato nella macchina hollywoodiana".
Eh no, cazzo. Non so se mi spiego.
La storia è affascinante, ricca di colpi di scena; i personaggi sono vividi come non mai. Alexandra Maria Lara, attrice rumena coprotagonista con Roth, è veramente convincente in un ruolo molto difficile (è lei a subire le esperienze di trance mistica che la collegano a vite precedenti). Il "lasciapassare scientifico" del film è di tutto rispetto, visto che la lettura della novella di Eliade è stata suggerita a Coppola (che ne è rimasto stregato fin da subito) nientemeno che da Wendy Doniger. La studiosa è considerata una delle massime conoscitrici della spiritualità indiana, oltre a essere una delle allieve predilette di Eliade. Del resto già nel 1979, all’epoca di Apocalypse Now, Coppola aveva accennato un interesse verso la storia delle religioni: tra i pochi libri che lo spietato colonnello Kurtz (Marlon Brando) porta con sé nella giungla vietnamita c’è infatti Dal rito al romanzo di Jessie L. Weston, la pionieristica interpretazione antropologica del Sacro Graal, dalla quale T. S. Eliot aveva tratto la struttura della Terra desolata.
In conclusione, pollice verso per le critiche sterili: un altro film assolutamente da vedere. Da vedere e rivedere.

5.21.2008

Ma se sarò me stesso, chi mai sarò? (third reprise)

Ho scoperto che a Las Vegas c'è un mio omonimo che già giocava a Texas Hold'em anni fa, ed è pure andato a premio in un evento delle World Series of Poker 2005.
Insomma, era destino...

5.20.2008

Gli occhi di ghiaccio di Jesse James e la mente oscura di Felix Bonhoeffer

In questi giorni sto vedendo solo film bellissimi.
Sarò io che mi sto rincoglionendo?
Non credo.
La lista dei film imperdibili di quest'anno si allunga.



Cominciamo con L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford, opera seconda del neozelandese Andrew Dominik, molto attesa e apprezzata all'ultimo festival di Venezia.
Dominik viene dall'ambiente dei videoclip musicali, eppure padroneggia il mezzo cinema come un veterano smaliziato (è autore anche della sceneggiatura, tratta dall'omonimo romanzo di Ron Hansen). Si fa fatica a trovare anche una sola inquadratura che non sia perfettamente misurata.
Il film è lento e introspettivo, eppure frenetico e paranoico nel crescendo psicologico in cui si muovono i personaggi, ognuno alle prese con il proprio demone personale. Casey Affleck e Brad Pitt sono perfetti. Solenni e strazianti le musiche di Nick Cave e Warren Ellis.



E questa invece è una grande sorpresa. Anthony Hopkins, dopo una biografia di Dylan Thomas e un adattamento da Cechov girati molti anni fa, se ne esce con un film incredibile. Felix Bonhoeffer è uno sceneggiatore che sta lavorando a un film; i personaggi della sua storia cominciano a invadere la sua mente e la sua vita quotidiana. Questa trama tendenzialmente banale e ad altissimo rischio autoreferenziale viene svolta da Hopkins in mode estremamente originale, come un continuo riavvolgersi del cinema su sé stesso, in un carosello onirico e surreale di personaggi e situazioni degni del migliore David Lynch. No, non è un paragone azzardato, perché in Slipstream il grado di sperimentazione visiva e percettiva è sempre ai massimi livelli, senza cadute di tono né autocompiacimenti.
Il lunghissimo e assurdo dialogo fra Christian Slater e Jeffrey Tambor è addirittura indimenticabile. Un film eccessivo senza remore e sovraccarico d'immagini e diversi livelli di lettura: grande coraggio da parte di Hopkins.

Se la suoni all'incontrario resta ugual

Il buon Adriano mi segnala questo imperdibile post di Davide Barzi.

Il genio degli Elii non ha confini...

5.16.2008

Quante tette ha la Littizzetto?

Il gioco di parole proposto ieri da Bartezzaghi nel suo Lessico e nuvole mi fa davvero morire, quindi ve lo rimbalzo qui.

Attenzione: sembra una poesia, e forse in parte lo è, ma è soprattutto un ragionamento.

Littizzetto ha quattro T
e due tette
che hanno tre t
che ha due t
che ne ha una sola
che ne ha nessuna

Ce le avete le Zigulì?

Così stavo per chiedere all'edicolante sotto casa.
Poi mi sono ricordato che non ero in farmacia.
Allora ho messo sul banco la Repubblica e poi ho detto,
col tono con cui chiedi un pacchetto di preservativi in farmacia: "Mi dà anche una copia di quella, per favore?".
Sì, ho comprato Famiglia Cristiana e cinque vecchiette hanno guardato malissimo un capellone con barba sfatta e tatuaggio tribale in vista.
Non potevo farne a meno, perché "Spenk The Machine" Barone ha colpito ancora. Stavolta non si tratta di avventure sessual-letterar-fumettistiche, bensì di una prestigiosa intervista sul cinema ispirato ai racconti di Philip Dick, che il nostro ha rilasciato al popolare settimanale cattolico.
Ecco, ora leggetevi anche il post in cui Adriano presenta l'intervista!

The Darjeeling Limited



Questo mi piacerebbe facesse Greenaway, invece di frantumarmi le balle con i suoi virtuosismi e le sue deviazioni, un film clamorosamente destinato alla disfatta, dove ci troviamo tutti a vagare senza meta per il Rajastan, dietro ai tre fratelli Whitman. Anche se non avevo particolarmente amato I Tennenbaum e Steve Zissou, stavolta Wes Anderson mi ha convinto fino in fondo. E la frecciatina alle Valigie di Tulse Luper di Greenaway la tira pure lui, visto che i tre protagonisti si portano in giro per mezza India un set di 11 valigie firmate Louis Vuitton (il design è opera del fratello del regista, tra l'altro).
Sconclusionato (deliziosi i cameo di Bill Murray e Natalie Portman), demenziale
(il rapporto fra i tre è da meta-cabaret), visionario al limite dell'ossessione cromatica (Anderson è uno a cui piace costruire i set "artigianalmente", come Gondry, nonché sfruttare al massimo i colori e le atmosfere delle location, colonna sonora compresa), clamorosamente cinico (la scena dei tre dal meccanico è indimenticabile).
Uno dei film più belli dell'anno, per quanto mi riguarda.

Countdown Festival




Si avvicina l'appuntamento con la V edizione del mitico Countdown Festival.
Grande quinto compleanno del festival più caldo dell'estate veronese, mai pieno come quest'anno di grandi nomi del noise internazionale, da The Zen Circus a Three Second Kiss, da The Octopus Project ai San del grande Bumba, per non parlare di quei mattacchioni degli Eterea.
Insomma, due giorni di grande musica nei boschi della Valpolicella.
Imperdibile!

5.14.2008

Uomini di ferro e uomini di vetro

Di Iron Man non saprei che dire più di quanto ha scritto Adriano nella sua recensione.
Uno fra i migliori film di supereroi mai girato, senza dubbio.

Into the Wild di Sean Penn è un gran film. Il più dotato dei fratelli Penn non smette mai di stupirmi. L'uomo di ferro è qui Christopher Johnson McCandless, che abbandona la propria vita per immergersi nella natura incontaminata. Il film è tratto da una storia vera e Penn ha dovuto attendere 10 anni per poter girare il film con l'approvazione incondizionata della famiglia McCandless. Il suo corto con Ernest Borgnine contenuto in 11 Settembre resta per me uno dei capolavori assoluti del cinema di tutti i tempi.
E poi la colonna sonora firmata Eddie Vedder + Kaki King è da brividi. Cosa?
Non conoscete Kaki King? Andate SUBITO a vedervi i suoi video!



Provincia meccanica è un film italiano di cui si è parlato bene nel 2005, me l'ero perso per strada. Non è un granché, tutto sommato, eppure ha qualcosa che al cinema italiano manca in maniera cronica, e cioè la voglia di tentare nuove vie espressive. A tutti i costi, anche quando i mezzi evidentemente scarseggiano.
Peccato per la presenza di Stefano Accorsi nel ruolo dell'"uomo di vetro", triturato dagli ingranaggi della provincia (non credo riuscirà mai a piacermi Accorsi), mentre Valentina Cervi se la cava con una prestazione senza infamia e senza lode.

La vera sorpresa di questa mia ennessima session cinematografica è invece Shooting Silvio, sfavillante opera prima di Berardo Carboni. Il film è molto più complesso di quello che il titolo può lasciare immaginare ed è, incredibilmente, autoprodotto. Spiega bene lo spirito del progetto il motto che trovate sul sito ufficiale di Shooting Silvio: "cercando nuovi modi di fare nuovi film".
Consiglio caldamente non solo la visione del film, ma anche una visita attenta al sito ufficiale del film e anche alla versione flash del sito, dove potete trovare il trailer, la sceneggiatura e molto altro.
Illuminante anche l'intervista a Carboni che trovate su Gli Spietati.
L'uomo di ferro è il berlusca, l'uomo di vetro il protagonista del film, Kurtz.

Sarò breve

Scusate l'assenza, ho avuto molto da bere.
Mi sono perso la Fiera del libro di Torino.
In realtà, non ci sono mai andato.
Ecco sì, lo confesso. Odio quel tipo di posti, di accrocchi, di incontri super letterari pieni di scrittori con la S maiuscola (e spesso anche qualche altra lettera). Mi sembra che da un momento all'altro possano esplodere di supponenza.
Comunque, quest'anno avevo degli ottimi motivi per andarci, vista la presenza di Adriano Barone, Paolo Melissi, del raduno degli Anobiani, ma soprattutto del grande Guido Catalano.
Da quanto raccontano sia Melpunk che Spenk vi si è divertiti non poco, soprattutto al raduno degli Anobis.
Io ero troppo impegnato a Verona per le Piazze dei Sapori, dove ho gozzovigliato con Cace, Mut, Beppe, Miky e diverse altre vecchie conoscenze universitarie. Ricordo con tenerezza gli arrosticini con il Pecorino (che è un vino) e il cannolo siciliano con lo Zibibbo.
E poi siamo finiti al Re Carlo, dove si serve la famosa Sciafa (un litro di birra e sprite con un bicchiere di Porto dentro), e lì ho avuto la storica telefonata in veronese con Melpunk.
Che bei momenti...

Il problema del bagno

Devo riuscire a risolvere un problema logistico-creativo non da poco.
Il problema del bagno.
Cioè, appena entro in bagno, io mi trasformo nello scrittore più prolifico del mondo, che Asimov mi fa un baffo. Scrivo romanzi memorabili io, nel cesso.
L'ideale è davanti allo specchio, lavandomi i denti o strizzandomi i punti neri.
Sotto la doccia sono più da poesia, invece.
Così mi capita di correre fuori dal bagno come un forsennato, tentando di trasferire subito su carta le parole perfette appena pensate, ma la vena si scioglie subito e scorre via.
Allora ho riempito il bagno di taccuini e registratori vocali. Ho anche allestito una postazione notebook completa di mouse e stampante sopra la lavatrice.
Ho guardato con orgoglio questa mia creazione. Mi sono seduto davanti alla tv, aspettando ansioso il primo impulso fisiologico utile per entrare nella mia nuova reggia creativa. Ho bevuto due litri d'acqua in dieci minuti, finché non mi è scappata. Eccola, ho pensato, adesso vado e inizio il libro della mia vita. Entro, espleto, mano pronta sulla tastiera del portatile (sempre acceso). Niente. Vuoto assoluto.
Provo a farmi una doccia: niente.
Mi bevo due caffè, scendo dal tabaccaio a comprare le sigarette (non fumo). Torno in casa e ne fumo due di fila. Finalmente arriva lo stimolo, corro in bagno, mi siedo sulla tazza. Lo sgabello con penna stilografica e taccuino è lì a portata di mano.
Niente.
Mi sento dentro un paradosso matematico, dentro una di quelle trappole mentali da film di genere d'altri tempi. Vago per la casa, come se stessi cercando campo per il cellulare, sperando di trovare un punto in cui le idee ricomincino a scorrere nella mia testa. Niente.
Ho sete, apro il frigo e prendo un tè freddo. Ed ecco!
Idee a raffica, una dietro l'altra.

Un uomo scava una fossa in giardino per seppellire il cadavere di sua moglie e trova un baule pieno di strani manoscritti.
Una donna scappa dalla clinica psichiatrica dove è ricoverata, finisce a lavorare in un bordello e il suo protettore si innamora di lei.
Un uomo disperato entra in banca con un taglierino con l'intenzione di fare una rapina. Appena entra arriva un commando armato fino ai denti a rapinare la banca. Nasce una sparatoria con la guardia giurata della banca; tutti i presenti rimangono uccisi, tranne il nostro uomo. I sopravvissuti del commando scappano. L'uomo viene ingiustamente incriminato per la rapina e gli omicidi e finisce in carcere.
In carcere si appassiona allo sport, si tiene in forma. Esce dopo 9 anni, riconosciuto innocente dopo la cattura e la confessione del commando durante un'altra rapina. Parte per un giro del mondo a piedi. Un giorno, a Goa, salva una ragazza che si voleva suicidare buttandosi da un ponte.

Chiudo il frigo e tutto sparisce. Sono fottuto.
Ora ho il problema del frigo.

5.08.2008

The Happening e The Dark Night


In arrivo a giugno il nuovo film di M. Night Shyalaman, The Happening.
In anteprima il trailer italiano su Coming Soon.

A luglio uscirà invece The Dark Night di Christopher Nolan.
Tre trailer in lingua originale sono disponibili sul sito ufficiale.

La doppia vita dell'albero




In Birmania non restano molti luoghi dove rifugiarsi.

5.07.2008

Non è un episodio

Su Veronablog il post del giorno è quello di Dietnam, che cita a sua volta un servizio del principale quotidiano veronese.
Per quanto mi riguarda, ho apprezzato molto il commento di Vittorino Andreoli
a TG3 Primo Piano dell'altro ieri (è ancora online su RaiClick, per chi volesse vederlo).
Appena avrò distillato il mio pensiero in parole lucide proverò a postarlo,
perché mi trovo in netto disaccordo con la maggior parte delle posizioni che sono state prese, sia da parte dell'informazione sia da parte della maggioranza dei miei concittadini.

Da L’ARENA di oggi:

LA TESTIMONIANZA
Il ricordo di un giovane aggredito in pieno centro solo per aver chiesto di passare.
Gli aggressori sono dello stesso gruppo dei cinque arrestati
Calci, pugni e la testa rotta a bottigliate
«La cosa che mi fa più male è vederli ancora in giro, con quelle facce strafottenti e gli occhi pieni di odio»

«Da un anno sono in cura da uno psicologo, soffro di insonnia e alla sera non esco più e, se proprio devo, rientro prima delle dieci perché molti di quelli sono ancora in giro, e non sono più tranquillo, le stesse facce strafottenti e gli occhi pieni di odio, sempre pronti a menar le mani e incuranti delle conseguenze». «Quelli» sono i giovani tra i 18 e i 25 anni che una sera di una anno fa, in pieno centro, a due passi da piazza Erbe, lo hanno massacrato di botte per aver chiesto a uno del gruppetto di passare. Amici dei cinque ragazzi finiti in cella per aver ucciso di botte Nicola Tommasoli. Lui, che dice di non vivere più sereno, che ha paura per i suoi familiari, che chiede di rimanere anonimo, sulla testa è pieno di cicatrici: bottigliate e bicchieri che gli hanno spaccato sul capo in un raid durato pochissimo, ma di una violenza inaudita e che lo ha mandato all’ospedale a farsi suturare le ferite. «Erano tutti in mezzo alla strada, saranno stati una decina, ho chiesto permesso, ma gentilmente, si sono limitati a guardarmi, si sono fatti da parte e poi, tutto di un colpo, mi hanno aggredito alle spalle. Mi hanno rotto una bottiglia in testa. E poi un’altra e un’altra ancora, ero ricoperto di sangue, ho cercato di difendermi ma erano in troppi e calciavano e tiravano pugni da tutte le parti. Per fortuna non sono caduto a terra, altrimenti era la fine, magari finivo come Nicola, il ragazzo che hanno ucciso». «La cosa che mi fa più male», continua, «è che nonostante siano stati individuati, denunciati e nonostante ci sia un’inchiesta in corso, molte di quelle facce le vedo ancora in giro, questi non hanno paura di niente e quando mi vedono mi guardano pure in segno di sfida». «In città li conoscono, e anche alla polizia, sono un gruppetto di una ventina di persone, si muovono in branco da un bar all’altro in cerca di risse. Vestono con polo e bomber, portano i capelli corti e hanno molti tatuaggi». A Verona, quindi, è emergenza criminalità. Ma gli stranieri non c’entrano, si tratta piuttosto di «quelli», giovani veronesi annoiati che si identificano nell’estrema destra perché fa figo essere violenti e che scorrazzano per la nostra bella «bomboniera» assetati di sangue. Il sindaco Flavio Tosi, che a dicembre ha marciato alla manifestazione del Veneto Fronte Skinheads ha commentato più volte l’aggressione di Nicola Tommasoli ribadendo, tra l’altro, che si è trattato «di un episodio isolato». Non è vero: ripercorrendo le cronache degli ultimi mesi, contando le denunce fioccate in Questura per aggressione, ascoltando gli agenti della Digos, sfogliando i giornali, emerge un quadro piuttosto definito e inquietante: i pestaggi in città nell’ultimo anno e mezzo si sono ripetuti con una cadenza allarmante. Sono a decine, da piazza Viviani a via Mazzini, da Veronetta a piazza Erbe, da Volto San Luca a Corso Cavour. Ragazzi inseguiti, malmenati, feriti e in alcuni casi accoltellati. La morte aspettava dietro l’angolo. Un’emergenza messa in evidenza dal nostro giornale il 26 marzo scorso quando pubblicammo l’allarme lanciato dagli 007 del Viminale sull’estremismo politico in città: «Riproposte tesi razziste», scrivevano gli agenti dell’intelligence che fa capo al Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, «Gruppi dell’ultradestra hanno intensificato le iniziative di impronta xenofoba». Marchio pesante, clima incandescente. E non per i phone center o i negozi di kebab ma per il rischio che un giovane uscito per bersi una birra possa finire all’ospedale. «E chi si sente al sicuro perché si illude che questa gente se la possa prendere solo con i "diversi"», conclude il ragazzo pestato un anno fa, «sbaglia: io non ho niente che mi possa fare identificare come uno di sinistra, o come uno straniero, e quasi mi ammazzano di botte. C’è da avere paura, ma sul serio».

Intanto, sono arrivati anche i risultati dell'esame autoptico.

Per Calderoli un ministero a sorpresa. O a soppressa?



Perfino per Calderoli si prevede un ministero, a conferma che veramente con Berlusconi c’è un’opportunità per tutti. Rivedendo Camicie Verdi, il documentario sulla Lega di Claudio Lazzaro (stesso autore di Nazirock, ora in distribuzione nelle Feltrinelli), ricordo che Calderoli ha affermato di NON sentirsi minimamente colpevole per la rivolta contro l'ambasciata italiana in Libia (che ha causato una dozzina di morti) suscitata dalla sua apparizione con t-shirt anti-islamica di due anni fa.
Ed eccocelo ricomparire in un bel ministero (le indiscrezioni parlano di un qualcosa che ha a che fare con lo snellimento delle leggi).
Ho richiesto esplicitamente questa vignetta a Gianfalco, e lui mi ha accontentato.
Grazie Gianfalco, splendida vignetta!

Blog VS Book

Ne parla Steven Poole nel suo blog, tradotto da Internazionale.
Per chi mastica l'inglese, l'originale, Fugitive pieces, è qui.
L'intervento di Poole è molto interessante e parte da una domanda fondamentale: abbiamo ancora bisogno dei libri?
La risposta di Poole ve la lascio scoprire, vi anticipo solo che centra Denis Johnson.
Johnson, autore della seminale raccolta di racconti Jesus Son (Einaudi) è il mio scrittore di racconti brevi preferito. Sì, l'ho detto.
Lo ripeto, lo urlo: IL MIO SCRITTORE DI RACCONTI BREVI PREFERITO.
Da pochi mesi è uscito il suo nuovo romanzo, Tree of Smoke.
Ne riparleremo presto.

5.06.2008

Piano 17



Ma che bellooooooooo!
Un noir italiano ben fatto, godibile, girato con pochi soldi, trama perfetta, attori tutti in parte (Enrico Silvestrin cattivo e bastardo! Massimo Ghini credibile nella parte del boss della banda! Cose mai viste, insomma!), una perla insomma!
I Manetti Bros firmano questo film riuscitissimo prima di lanciarsi nella produzione televisiva, tra Ispettore Coliandro e Crimini.
C'è tutto quello che serve per un noir che si rispetti: atmosfera di cinismo diffusa, personaggi sempre sospesi in una liquida ambiguità, femme fatale di turno (la stupenda Elisabetta Ronchetti; guardatevi il corto da lei girato sul suo sito!), colonna sonora incalzante che scandisce un'altrettanto frenetico intreccio, (poche) gag esilaranti piazzate al punto giusto (il siparietto di Antonino Iuorio e Valerio Mastandrea fa morire dal ridere!).
Non saprei veramente cosa criticare di questo film, forse proprio perché il suo pregio principale è di proporsi senza troppe pretese. Per questo sorprende e convince fino in fondo.

La zona



Durissimo questo film del messicano Rodrigo Plà.
Disturbante in modo troppo tangibile sapere quanto vicino alla realtà sia lo scenario (fantastico, va detto) dipinto dal regista messicano in questo suo primo lavoro, Leone del Futuro a Venezia come migliore Opera prima.
La zona è un film che colpisce, non come un colpo singolo, diretto, bensì come una piccola ferita che non si dimentica, che va lacerandosi sempre più, che brucia senza tempo e senza luogo. Il tema è quello della violenza, raccontato da un punto di vista paradigmatico, quasi surreale, come fosse una parabola postmoderna, ma quanto mai attuale e tangibile, perché questo film mostra un possibile scenario limite dell'ideologia del "farsi giustizia da sé", al di là della polizia, delle leggi dello stato, e, ovviamente, della giustizia.

Le voci del torrente, Sherwood Anderson



Le voci del torrente è un racconto stupendo.
Anderson scrive una lettera aperta agli scrittori, agli artisti, in particolare ai giovani scrittori americani, dove tratta l'annoso e pesante problema del dualismo fra indipendenza artistica dello scrittore e consenso popolare.
Ho sempre amato Anderson, ma questo breve testo scritto da un teneramente cinico ultrasessantenne me ne ha fatto scoprire un lato nuovo; Le voci del torrente mi è sembrato quasi un piccolo Posto delle fragole andersoniano.
L'amarezza profonda dello scrittore che ha raggiunto la piena maturità eppure non ha risolto il problema economico trasuda da questa novella come un liquido dal sapore di medicinale. Anderson si rende conto che è la qualità stessa del suo lavoro la causa principale dell'insuccesso presso il grande pubblico, per raggiungere il quale molti suoi colleghi finiscono per "prostituirsi" a Hollywood.
Nel 1940, Anderson è uno scrittore acclamato da tutto il mondo, ma ancora senza alcuna stabilità economica. Ha aiutato generosamente giovani scrittori come Hemingway e Faulkner a uscire alla ribalta, e ne è stato ripagato con l'ingratitudine. Hemingway nel 1925 lo attacca esponendolo al ridicolo in Torrenti di primavera; Faulkner ne fa una parodia grottesca in Zanzare (1927).
Anderson muore nel 1941, in seguito a un pezzo di stuzzicadenti ingoiato per sbaglio che gli causa una peritonite, mentre stava navigando verso la Colombia, dov'era invitato per una conferenza, una delle attività che era costretto a portare avanti (e che non amava assolutamente) per poter vivere "senza prostituirsi".

Ancora sulle contestazioni al Salone del Libro

Consiglio la lettura dell'intervento di Valerio Evangelisti su Carmilla.
Grazie ad Adriano per la segnalazione.

The latest Verona Google Map



Fa riflettere questa vignetta di Gianfalco.

5.04.2008

Veneto Verona Violenza

Sono molto scosso dalle notizie provenienti dalla mia città.
Constato, con assoluta tristezza, che non è cambiato nulla, rispetto a 15 anni fa.
Avrete seguito tutti la vicenda del giovane veronese pestato selvaggiamente e ora in fin di vita, da parte di un gruppo di giovanissimi veronesi, simpatizzanti di estrema destra.
Ieri la notizia che un ultrà neofascista dell'Hellas Verona si è costituito alle forze dell'ordine per il pestaggio di Nicola Tommasoli. Catturati oggi altri due ragazzi del gruppo, entrambi di Illasi, paesino dell'est veronese confinante con Colognola ai Colli, il mio paese originario.
La zone è tristemente nota alle cronache anche per la vicenda di Pietro Maso (Montecchia di Crosara è poco lontano).

Gli aggressori del ragazzo veronese in fin di vita si sono tutti dichiarati appartenenti al Veneto Fronte Skinheads. In proposito, vi invito caldamente a visitare il sito del VFS e a leggere i due ultimi, deliranti, comunicati. Già che ci siete, procuratevi anche il documentario di Claudio Lazzaro Nazirock, che apre uno squarcio molto interessante su Forza Nuova e altri movimenti giovanili di estrema destra in Italia.

Ma la cosa che mi fa più tristezza è che questa storia l'ho già vista, anzi, l'ho vissuta. Nel 1994, tornando a casa dopo una sera fuori con amici, mi hanno fermato tre ragazzi, chiaramente skin e ultrà del Verona, e mi hanno chiesto una sigaretta.
Non l'avevo. Uno di loro ha tirato fuori dai jeans una catena.
Ho sempre avuto la parola più veloce delle mani e delle gambe.
Sono in classe con G.T.
Mi sono uscite queste parole. Era vero.
I tre sono rimasti un po' dubbiosi, poi hanno iniziato a farmi domande.
Sapevo dove abitava, li ho convinti. Mi hanno lasciato in pace, per paura di "ripercussioni" da parte di uno più "duro" di loro.
Avevo diciotto anni e mi sembrava tutto piuttosto normale, perché questo era lo spirito con cui un giovane viveva a Verona negli anni '90.
Evidentemente, è così anche oggi.
Mi piacerebbe essere capace di un'analisi più distaccata, più specifica, ma sono solo pieno di tristezza e di rabbia per come la mia città viene infangata da episodi come questi.

Una pura formalità

No, non è la recensione del bel film di Tornatore, ma una notizia comparsa sulla Tribuna di Treviso.
Allucinante, non ho altri commenti.

5.03.2008

Addio alla poesia corretta grappa di Romano Levi



Me ne dà notizia Leo, attraverso la newsletter della Scighera.
Anche La Stampa riporta un articolo sulla triste scomparsa.
Romano Levi aveva 80 anni ed era un vero artista. Sono uno dei fortunati che può dire di aver assaggiato le sue grappe, grazie a Leo e Dino della Scighera che me le hanno fatte conoscere.

5.02.2008

The world needs a tape like this



Fenomenale questa campagna pubblicitaria della brasiliana Tesa, uno dei più importanti e conosciuti produttori di nastri adesivi del mondo.
“The world needs a tape like this” recita l’headline...
La frase "scotchata" a Berlusconi è la seguente:
"I am the best political leader in Europe and the world".

Grazie a Graficare per la segnalazione!
Sul suo post trovate altre tre gustose versioni della campagna!

5.01.2008

Libra, memento audere semper



Questo l'oroscopo della settimana per le Bilance su Internazionale.it.
Grazie Dalila per la segnalazione.

Bilancia (23 settembre - 22 ottobre)

"Cerco compagno per missione divina", diceva un annuncio che ho trovato su internet. "Attraverseremo gli Stati Uniti in una Cadillac Seville del 1979 color giallo banana, con la foto di Lionel Richie appesa allo specchietto e la mia autobiografia (un manoscritto di mille pagine) nel baule. La missione è trovare il mio padre biologico, che ha un ranch in Messico. Faremo pipì nelle piscine, ruberemo nei supermercati e indosseremo grandi occhiali da sole. A chi mi accompagna darò mille dollari". Mostrandoti questo annuncio, Bilancia, non ti voglio suggerire di accettare l'offerta. Ma spero di invogliarti a tenere d'occhio le proposte come questa: se aiuterai delle persone interessanti a portare a termine ricerche difficili e ispirate, sarai ricompensato.

Free Tibet made in China



Ve la ricordate?
Nel 2002 sventolava da migliaia di balconi italiani.
Abitavo ancora a Venezia. Un giorno sul ponte di Rialto incrocio un venditore ambulante di bandiere della pace.
Dai con la pace, ragazzi! Andiamo con la pace, 10 euro una bandiera! DAI CON LA PAAAACE!", così gridava alla folla di gente che passava sul ponte.
Non mi sono mai fatto un'opinione precisa su questo evento, eppure mi tormenta spesso. Sono anni che ci penso e ci rimugino, che quel Dai con la pace! mi perseguita, ma non sono mai riuscito a produrre un racconto, un post, una poesia, nemmeno una riflessione, su questo argomento.



Oggi leggo questa notizia sul sito di Panorama.
Sento che c'è una connessione profonda fra questi due episodi, uno spunto stupendo per un romanzo di Don DeLillo.
Per me è troppo, veramente troppo per me.

I banchieri di Dio - Il caso Calvi



Seguendo un filo tutto mio, ho ripercorso la carriera di Omero Antonutti (la sua performance ne La Ragazza del lago mi ha colpito, infine) e sono andato a vedermi il film sul caso Calvi girato da Giuseppe Ferrara. Massoneria, vaticano, servizi segreti, mafia; finanza "acrobatica" fra questi poteri. C'è tanta di quella carne al fuoco in questo film. Rutger Hauer nella parte del Cardinale Marcinkus, presidente dello IOR (la banca vaticana), è semplicemente fantastico.
La storia procede in forma di documentario, con molti cameo di personaggi politici dell'epoca: Forlani, Craxi, Andreotti.
Non sono un appassionato di politica né di finanza, ma questo film apre uno squarcio su un capitolo di storia italiana di cui si sa ben poco, tra delicati equilibri di poteri occulti e fondi miliardari che sparivano di qua e ricomparivano di là. Oltre al valore documentaristico dell'opera, è anche molto interessante lo stile con cui Ferrara intesse la storia personale dell'uomo Roberto Calvi e della sua famiglia, talmente grottesco da sembrare quasi allegorico: l'uomo assetato di potere che viene travolto dai poteri.
Comunque, magistrale Antonutti nell'interpretazione di Calvi.
Curiosità conclusiva: Antonutti è la voce italiana di Christopher Lee nella trilogia del Signore degli Anelli e in Star Wars: Episodio III.

Capitano mio Capitano

Avevo segnalato tempo fa l'ultimo libro di Paolo Cognetti, Una cosa piccola che sta per esplodere (Minimum Fax).
Paolo fa e scrive cose molto interessanti, oltre a essere uno degi amici della Scighera.
Anche nel suo blog.

Tre cose che ho imparato stanotte

Quando esci da solo, per fare due passi, e rientri a notte fonda, dopo aver fatto tappa in due librerie, tre birrerie, un'osteria e un pub, ma soprattutto quando i libri che ti porti a casa, dopo un'attenta spulciatura dello scaffale "Super Offerte - libri da 0,50€ a 3€", sono:
Stelle & stellette di Umbero Eco, il melangolo;
Le voci del torrente di Sherwood Anderson, il melangolo;
L'intendente Sansho di Mori Ogai, linea d'ombra.

Ecco, quando succede tutto questo, impari tre cose:
- che non frequenti birrerie, osterie e/o pub abbastanza interessanti;
- che hai letto molti libri, forse troppi, forse troppi libri inutili;
- che non trombi da troppo tempo.

Lapalissiano, anzichenò.

P.S.

Non mi è bastato.
Oggi, di prima mattina, sono tornato in libreria a spulciare fra le offerte.
Ecco cosa ho recuperato ancora:

120, rue de la Gare di Léo Malet, Sellerio.
La ragazza degli occhi d'argento di Dashiel Hammett, Sellerio.
Opere scelte di Derek Walcott, UTET.

Derek Walcott è un poeta sublime, premio nobel per la letteratura nel '92.
Lo amo molto e ho anche avuto la fortuna di incontrarlo.
Prima o poi scriverò dei pensieri su di lui.