4.30.2008

La ragazza del lago



Eccolo lì, un altro film italiano dagli ottimi propositi, pieno di idee stimolanti e con molti bravi attori... Nemmeno ho fatto in tempo a scrivere che i film con Valeria Golino sono sempre belli, che mi ritrovo in mano questo.
Andrea Molaioli è un collaboratore storico di Nanni Moretti, e l'impronta del maestro si nota in molte scelte registiche, soprattutto nell'utilizzo degli spazi dentro altri spazi (finestre, porte, etc.), tanto caro a Moretti.
Fin qui, tutto bene.
Pregevole il lavoro alla fotografia di Ramiro Civita (vi ricordate Garage Olimpo?), che presenta la provincia friulana sotto una luce slavata e monocroma, perfettamente aderente al vissuto dei personaggi in gioco.
Fin qui, tutto bene.
Molto funzionale, appunto, la scelta prospettica della provincia friulana come set. La storia è tratta dal romanzo 'Lo sguardo di uno sconosciuto' della norvegese Karin Fossum, ambientato tra fiordi e montagne.
Fin qui, tutto bene.
Splendida la colonna sonora, a cura di Teho Teardo. Se non sapete chi è, cospargetevi il capo di cenere e andate subito a visitare il sito di uno dei pochi giovani personaggi italiani che sono già un mito sulla scena internazionale della sperimentazione musicale.
Fin qui, tutto bene.
Toni Servillo, nel ruolo dell'impenetrabile commissario, è molto bravo, anche se ricalca un po' troppo la sagoma de Le conseguenze dell'amore di Paolo Sorrentino.
Ecco, iniziano le pecche.
Perché, alla fin fine, a parte la bellezza panoramica dei laghi di Fusine (sì, sono due i laghi, dalle parti di Tarvisio), della provincia friulana non ci racconta poi molto questo film; viene usata più come mero meccanismo cinematografico che come "protagonista", con un proprio vissuto culturale e storico. Da questo punto di vista, Apnea di Roberto Dordit, che ho segnalato poco tempo fa, era un film di spessore ben diverso; pur con un parco attori meno clamoroso e con un budget decisamente più basso, Dordit scava in profondità nelle contraddizioni, nella desolazione, ma anche nei valori del Friuli di oggi, e non si limita a usare la provincia come "quadro", come fa Molaioli.
E poi la trama, purtroppo, fa acqua. Le falle non sono poche e non sono nemmeno semplici da digerire.
Chiudo in commento, per evitare di rivelare qui il finale del film.
ATTENZIONE! SEGUE SPOILER IN COMMENTO!

1 commento:

  1. Nell'arco del film ci sono diversi indizi che portano l'indagine su false piste, ma sono sempre indizi buttati lì giusto per far continuare la storia, o decisamente inverosimili o fin troppo verosimili, tanto che non si capisce come mai il commissario abbandoni certe piste a favore di altre in modo così arbitrario.
    Inoltre, non so perché o per come, ma la prima volta che Fabrizio Gifuni compare in scena, ho capito subito che era lui l'assassino.
    E questo non mi piace mai...

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