5.20.2008

Gli occhi di ghiaccio di Jesse James e la mente oscura di Felix Bonhoeffer

In questi giorni sto vedendo solo film bellissimi.
Sarò io che mi sto rincoglionendo?
Non credo.
La lista dei film imperdibili di quest'anno si allunga.



Cominciamo con L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford, opera seconda del neozelandese Andrew Dominik, molto attesa e apprezzata all'ultimo festival di Venezia.
Dominik viene dall'ambiente dei videoclip musicali, eppure padroneggia il mezzo cinema come un veterano smaliziato (è autore anche della sceneggiatura, tratta dall'omonimo romanzo di Ron Hansen). Si fa fatica a trovare anche una sola inquadratura che non sia perfettamente misurata.
Il film è lento e introspettivo, eppure frenetico e paranoico nel crescendo psicologico in cui si muovono i personaggi, ognuno alle prese con il proprio demone personale. Casey Affleck e Brad Pitt sono perfetti. Solenni e strazianti le musiche di Nick Cave e Warren Ellis.



E questa invece è una grande sorpresa. Anthony Hopkins, dopo una biografia di Dylan Thomas e un adattamento da Cechov girati molti anni fa, se ne esce con un film incredibile. Felix Bonhoeffer è uno sceneggiatore che sta lavorando a un film; i personaggi della sua storia cominciano a invadere la sua mente e la sua vita quotidiana. Questa trama tendenzialmente banale e ad altissimo rischio autoreferenziale viene svolta da Hopkins in mode estremamente originale, come un continuo riavvolgersi del cinema su sé stesso, in un carosello onirico e surreale di personaggi e situazioni degni del migliore David Lynch. No, non è un paragone azzardato, perché in Slipstream il grado di sperimentazione visiva e percettiva è sempre ai massimi livelli, senza cadute di tono né autocompiacimenti.
Il lunghissimo e assurdo dialogo fra Christian Slater e Jeffrey Tambor è addirittura indimenticabile. Un film eccessivo senza remore e sovraccarico d'immagini e diversi livelli di lettura: grande coraggio da parte di Hopkins.

3 commenti:

  1. Beh, se lo paragoni al Lynch di Inland Empire non gli fai un gran complimento... ^____^
    Comunque, da come ne parli: vojo!

    :A:

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  2. Eh bro, il problema è che a me Inland Empire è piaciuto da impazzire.
    Comunque il film di Hopkins è più dalle parti di Mullholland Drive e Lost Highways, quindi molto più "digeribile" di Inland Empire, nonostante resti un oggetto prevalentemente sperimentale, un vero e proprio meta-film.

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  3. Prepara una copia per fine mese.
    E' un concetto che entra a far parte delle (((onde)))?
    Famme sape'...

    :A:

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