4.30.2008
La ragazza del lago
Eccolo lì, un altro film italiano dagli ottimi propositi, pieno di idee stimolanti e con molti bravi attori... Nemmeno ho fatto in tempo a scrivere che i film con Valeria Golino sono sempre belli, che mi ritrovo in mano questo.
Andrea Molaioli è un collaboratore storico di Nanni Moretti, e l'impronta del maestro si nota in molte scelte registiche, soprattutto nell'utilizzo degli spazi dentro altri spazi (finestre, porte, etc.), tanto caro a Moretti.
Fin qui, tutto bene.
Pregevole il lavoro alla fotografia di Ramiro Civita (vi ricordate Garage Olimpo?), che presenta la provincia friulana sotto una luce slavata e monocroma, perfettamente aderente al vissuto dei personaggi in gioco.
Fin qui, tutto bene.
Molto funzionale, appunto, la scelta prospettica della provincia friulana come set. La storia è tratta dal romanzo 'Lo sguardo di uno sconosciuto' della norvegese Karin Fossum, ambientato tra fiordi e montagne.
Fin qui, tutto bene.
Splendida la colonna sonora, a cura di Teho Teardo. Se non sapete chi è, cospargetevi il capo di cenere e andate subito a visitare il sito di uno dei pochi giovani personaggi italiani che sono già un mito sulla scena internazionale della sperimentazione musicale.
Fin qui, tutto bene.
Toni Servillo, nel ruolo dell'impenetrabile commissario, è molto bravo, anche se ricalca un po' troppo la sagoma de Le conseguenze dell'amore di Paolo Sorrentino.
Ecco, iniziano le pecche.
Perché, alla fin fine, a parte la bellezza panoramica dei laghi di Fusine (sì, sono due i laghi, dalle parti di Tarvisio), della provincia friulana non ci racconta poi molto questo film; viene usata più come mero meccanismo cinematografico che come "protagonista", con un proprio vissuto culturale e storico. Da questo punto di vista, Apnea di Roberto Dordit, che ho segnalato poco tempo fa, era un film di spessore ben diverso; pur con un parco attori meno clamoroso e con un budget decisamente più basso, Dordit scava in profondità nelle contraddizioni, nella desolazione, ma anche nei valori del Friuli di oggi, e non si limita a usare la provincia come "quadro", come fa Molaioli.
E poi la trama, purtroppo, fa acqua. Le falle non sono poche e non sono nemmeno semplici da digerire.
Chiudo in commento, per evitare di rivelare qui il finale del film.
ATTENZIONE! SEGUE SPOILER IN COMMENTO!
Laura delle mele blu
Signore e signori,
diamo un caloroso benvenuto a Laura delle mele blu nella bloggosfera.
Bello ritrovarti dopo tanto tempo.
Sappi che sono ancora in attesa di sapere che fine fa l'insalatina parlante...
Comunicazione di servizio per Spenk: Laura è una tua compaesana.
Ma che aria avete respirato da piccoli, in quel posto?
diamo un caloroso benvenuto a Laura delle mele blu nella bloggosfera.
Bello ritrovarti dopo tanto tempo.
Sappi che sono ancora in attesa di sapere che fine fa l'insalatina parlante...
Comunicazione di servizio per Spenk: Laura è una tua compaesana.
Ma che aria avete respirato da piccoli, in quel posto?
Lo zen e la mozzarella di bufala
Ce l'avevo quasi fatta. Erano mesi che non ne toccavo una, stavo uscendo dal tunnel.
Passavo davanti ai banchi frigo dei supermercati, un breve fremito, poi via a riempire il carrello di yogurt e ricotte, ma bufala no, non più. Fino alla settimana scorsa.
Un discorso pescato a caso, in una chiassosa serata fra amici, quando si ascolta quel che la gente dice, un po' qui e un po' là. Come uno stiletto lanciato attraverso la stanza, proprio verso di me.
Ma voi l'avete mai provata la mozzarella di bufala col limone?
Ho cercato di far finta di niente, di non pensarci, di dedicarmi intensamente al lavoro, alla scrittura, al sudoku...
Fino a oggi.
Era lì, bella fresca, casertana. Un bel limone siciliano di quelli grossi, le ho comprato.
Poi ho fatto come consigliava quel tipo: poche gocce, senza olio né altro.
L'acidità del limone annulla quella del siero della mozzarella. Una vera goduria!
Così aveva detto.
Apro la confezione, rovescio il siero nel lavabo, taglio la mozzarella a fette.
Il culo me lo mangio subito, così, schietto.
Poi taglio il limone a metà e spremo qualche goccia sulle fette di mozzarella ben stese nel piatto.
Non so se avrò il coraggio di scrivere, dopo averla assaggiata.
Potrebbe essere la fine, o un nuovo inizio.
Sento che il mio essere sta per diventare qualcosa di profondamente nuovo.
Infilzo una fetta con la forchetta, la metto in bocca.
Gnam.
Il tempo è rapido come il fulmine; un istante, e non c'è più.
Dogen
Passavo davanti ai banchi frigo dei supermercati, un breve fremito, poi via a riempire il carrello di yogurt e ricotte, ma bufala no, non più. Fino alla settimana scorsa.
Un discorso pescato a caso, in una chiassosa serata fra amici, quando si ascolta quel che la gente dice, un po' qui e un po' là. Come uno stiletto lanciato attraverso la stanza, proprio verso di me.
Ma voi l'avete mai provata la mozzarella di bufala col limone?
Ho cercato di far finta di niente, di non pensarci, di dedicarmi intensamente al lavoro, alla scrittura, al sudoku...
Fino a oggi.
Era lì, bella fresca, casertana. Un bel limone siciliano di quelli grossi, le ho comprato.
Poi ho fatto come consigliava quel tipo: poche gocce, senza olio né altro.
L'acidità del limone annulla quella del siero della mozzarella. Una vera goduria!
Così aveva detto.
Apro la confezione, rovescio il siero nel lavabo, taglio la mozzarella a fette.
Il culo me lo mangio subito, così, schietto.
Poi taglio il limone a metà e spremo qualche goccia sulle fette di mozzarella ben stese nel piatto.
Non so se avrò il coraggio di scrivere, dopo averla assaggiata.
Potrebbe essere la fine, o un nuovo inizio.
Sento che il mio essere sta per diventare qualcosa di profondamente nuovo.
Infilzo una fetta con la forchetta, la metto in bocca.
Gnam.
Il tempo è rapido come il fulmine; un istante, e non c'è più.
Dogen
4.29.2008
Respiro
Visto che Nuovomondo m'è piaciuto assai, sono andato a recuperare anche il primo lungometraggio di Emanuele Crialese. Ci ho trovato diverse cose interessanti.
Innanzitutto, una splendida Valeria Golino, che dio solo sa come faccia a finire sempre in progetti interessanti. Non mi ricordo nemmeno un film scadente con Valeria Golino.
Poi, la prima volta sullo schermo di Francesco Casisa, che a me piace un sacco. Secondo me farà molta strada, come attore. Poi, un altro film, come Nuovomondo, lievemente sospeso fra diversi piani di realtà, ambientato in una realtà sociale sigillata a tenuta stagna come quella di Lampedusa, eppure sempre tendente all'infinito dal punto di vista visuale: sole roccia, mare. E ancora un'immagine finale indimenticabile (altro marchio di fabbrica di Crialese, dopo il fiume di latte di Nuovomondo).
Ecco, questo cinema italiano mi piace molto. Gran Premio della Critica a Cannes 2002, peraltro.
La Muti restaura Fellini
Notizia da Repubblica.
Ornella Muti ha sborsato quarantamila euro per far restaurare da Giuseppe Rotunno l'episodio Toby Dammit da Tre passi nel delirio, film ispirato a un racconto di Edgar Allan Poe. Si tratta di un film di Federico Fellini, praticamente mai visto, la cui versione restaurata verrà mostrata al prossimo festival di Taormina di giugno.
Grande Ornella!
Ornella Muti ha sborsato quarantamila euro per far restaurare da Giuseppe Rotunno l'episodio Toby Dammit da Tre passi nel delirio, film ispirato a un racconto di Edgar Allan Poe. Si tratta di un film di Federico Fellini, praticamente mai visto, la cui versione restaurata verrà mostrata al prossimo festival di Taormina di giugno.
Grande Ornella!
4.28.2008
Topodrammi
Scovato or ora questo blog fantastico, pur se fermo a un anno fa.
Si chiama Topodrammi e contiene molti giochi interessanti con la toponomastica italiana.
Segnalato sempre dal master blogger Melpunk.
Si chiama Topodrammi e contiene molti giochi interessanti con la toponomastica italiana.
Segnalato sempre dal master blogger Melpunk.
Italia che vai, Fighetto che trovi #1
Fighetto
Frazione di Borghetto di Borbera, provincia di Alessandria, Piemonte.
Popolazione: 1.963 abitanti.
Cognomi più diffusi: Ferrarazzo, Moro, Poggio.
Sono due anni che gli amici mi parlano di questo posto. Finalmente sono riuscito ad andarci. Arrivando in loco, siamo passati accanto al cartello che indicava Fighetto.
Mi sono subito fatto una nota mentale per ricordarmelo per il blog. A fine giornata, la lista di comuni e frazioni dai nomi assurdi era lunghissima...
Tornando al torrente Borbera, una vera figata, come da foto. Sì, si arriva giù fino al torrente e sì, si può fare anche il bagnetto. E sì, ci siamo scofanati un chilo di carne alla griglia e un litro di birra a testa. Il punto esatto in cui ci trovavamo era in realtà la frazione di Pertuso, sotto Cantalupo Ligure (che confina con Borghetto ed è ovviamente sempre in Piemonte).
E qui gli amici siciliani rideranno...
Notevole questa vicinanza di Fighetto e Pertuso, non trovate?
Che poi questi son luoghi di guerra e di rifugi partigiani; lapidi e rimembranze ovunque. Addirittura una grande stele, proprio qui a Pertuso, a ricordare la Pinan Cichero, una divisione partigiana, e la battaglia di Pertuso (la battaglia di Pertuso, vi rendete conto???).
Chiudo elencandovi le frazioni dei comuni di Borghetto e Cantalupo, che si commentano da sole.
Borghetto di Borbera
Torre Ratti, Persi, Castel Ratti, Liveto, Cerreto Ratti, Molo Borbera, Sorli, Castellaro, Forneto, Costiolo, Monteggio, Roncoli, Fontana, Cerreto di Molo, Fighetto, San Martino.
Cantalupo Ligure
Pallavicino, Borgo Adorno, Pessinate, Semega, Campana, Zebedassi, Besante, Arborelle, Colonne, Pertuso, Prato, Merlassino, Costa Merlassino.
Frazione di Borghetto di Borbera, provincia di Alessandria, Piemonte.
Popolazione: 1.963 abitanti.
Cognomi più diffusi: Ferrarazzo, Moro, Poggio.
Sono due anni che gli amici mi parlano di questo posto. Finalmente sono riuscito ad andarci. Arrivando in loco, siamo passati accanto al cartello che indicava Fighetto.
Mi sono subito fatto una nota mentale per ricordarmelo per il blog. A fine giornata, la lista di comuni e frazioni dai nomi assurdi era lunghissima...
Tornando al torrente Borbera, una vera figata, come da foto. Sì, si arriva giù fino al torrente e sì, si può fare anche il bagnetto. E sì, ci siamo scofanati un chilo di carne alla griglia e un litro di birra a testa. Il punto esatto in cui ci trovavamo era in realtà la frazione di Pertuso, sotto Cantalupo Ligure (che confina con Borghetto ed è ovviamente sempre in Piemonte).
E qui gli amici siciliani rideranno...
Notevole questa vicinanza di Fighetto e Pertuso, non trovate?
Che poi questi son luoghi di guerra e di rifugi partigiani; lapidi e rimembranze ovunque. Addirittura una grande stele, proprio qui a Pertuso, a ricordare la Pinan Cichero, una divisione partigiana, e la battaglia di Pertuso (la battaglia di Pertuso, vi rendete conto???).
Chiudo elencandovi le frazioni dei comuni di Borghetto e Cantalupo, che si commentano da sole.
Borghetto di Borbera
Torre Ratti, Persi, Castel Ratti, Liveto, Cerreto Ratti, Molo Borbera, Sorli, Castellaro, Forneto, Costiolo, Monteggio, Roncoli, Fontana, Cerreto di Molo, Fighetto, San Martino.
Cantalupo Ligure
Pallavicino, Borgo Adorno, Pessinate, Semega, Campana, Zebedassi, Besante, Arborelle, Colonne, Pertuso, Prato, Merlassino, Costa Merlassino.
Italia che vai, Fighetto che trovi - intro
Tutto è iniziato con un simpatico esercizio ferroviario di Melpunk.
Ci si è trovati a eccitarsi come bambini elencando i nomi più assurdi, bizzarri e grotteschi dei comuni italiani che conoscevamo.
Ecco, ho pensato di farci una rubrica fissa di questo blog, visto e considerato anche che mi piace girare per l'Italia e che ho sempre avuto una piccola mania per annotare tutte queste minchiate.
Ricordo bene la prima volta che sono sceso in treno in Calabria. La cosa che mi ha affascinato di più sono stati i nomi dei comuni che attraversavo, che ho riportato tutti sul mio taccuino.
Quindi, con cadenza rigorosamente casuale e secondo categorie del tutto arbitrarie, inizio da oggi a raccontare esperienze più o meno interessanti vissute in giro per le regioni italiane, riservando sempre un particolare interesse alla toponomastica.
Non solo comuni, ma anche frazioni, torrenti, località.
Se poi ci scappa anche un buon ristorantino in zona, tutto di guadagnato!
Suvvia, si parte da Fighetto dunque!
Ci si è trovati a eccitarsi come bambini elencando i nomi più assurdi, bizzarri e grotteschi dei comuni italiani che conoscevamo.
Ecco, ho pensato di farci una rubrica fissa di questo blog, visto e considerato anche che mi piace girare per l'Italia e che ho sempre avuto una piccola mania per annotare tutte queste minchiate.
Ricordo bene la prima volta che sono sceso in treno in Calabria. La cosa che mi ha affascinato di più sono stati i nomi dei comuni che attraversavo, che ho riportato tutti sul mio taccuino.
Quindi, con cadenza rigorosamente casuale e secondo categorie del tutto arbitrarie, inizio da oggi a raccontare esperienze più o meno interessanti vissute in giro per le regioni italiane, riservando sempre un particolare interesse alla toponomastica.
Non solo comuni, ma anche frazioni, torrenti, località.
Se poi ci scappa anche un buon ristorantino in zona, tutto di guadagnato!
Suvvia, si parte da Fighetto dunque!
Nuovomondo
Notevole questo film del 2006 di Emanuele Crialese. Quasi tutto in siciliano con sottotitoli in italiano, racconta il viaggio di una famiglia di Petralia verso l'America. Il tema è abusatissimo, eppure questo film è una vera perla.
Grandi Vincenzo Amato e Charlotte Gainsbourg. Bello anche il cameo di Ernesto Mahieux, uno dei miei attori preferiti (l'Imbalsamatore), che vedremo presto anche in Gomorra, entrambi di Matteo Garrone).
Riuscitissime le scene oniriche, fra alberi che danno monete e fiumi di latte.
4.25.2008
L'università della cannabis
Notizia da Repubblica.
In pratica, la Oaksterdam University, fondata da un ex pusher di Oakland, insegna come coltivare la cannabis senza farsi beccare!
In pratica, la Oaksterdam University, fondata da un ex pusher di Oakland, insegna come coltivare la cannabis senza farsi beccare!
4.24.2008
Lo scalone della droga e la libreria dei serial killer
C'è uno scalone dietro casa mia, Scalone XXVI Ottobre.
Dopo due mesi che abito qui, stamattina sono andato fino in cima.
Interessante.
Ma non ho ancora capito cosa sia successo d'interessante il 26 ottobre...
Ho spulciato nella storia di Verona, ma nulla.
Dicono che in cima a quello scalone, di sera, si venda la droga...
L'altro ieri siamo andati, io, Cace e Mut, allo Stube di S. Vito di Negrar. Il mitico Adriano, dopo 17 anni di gloriosa gestione, ha deciso di mollare il locale.
Tradotto: ci siamo ammazzati di birra e pera Williams.
Ieri stavo andando in una libreria del centro. Mi ha fermato una ragazzina, mi ha trascinato dentro a Mondolibri (libreria Euroclub) e mi ha sommerso di parole su questo e su quel libro bellissimo, imperdibile, da leggere assolutamente: Deaver, Cussler, Mosby, King, Koontz e altri 180 libri appena usciti che "ricordano molto
le atmosfere di Saw-L'emigmista"...
L'ho interrotta solo dopo qualche minuto, mi faceva tenerezza, in fondo ci sapeva fare (e poi ho appena visto Tutta la vita davanti, non so se mi spiego...), ma le ho dovuto dire: "Guarda, mi stai simpatica, io leggo molto, ma dei libri che sono in questa libreria non me ne interessa nemmeno uno".
Cazzo, non si è mica arresa. Mi ha portato nella sezione Saggi e Cultura, facendomi strada come se mi stesse mostrando una sala segreta del Vaticano.
Lì è ripartita con la sua logorroica macchinetta recensoria, descrivendomi ogni pezzo della mercanzia con dovizia di particolari. Assolutamente da ricordare la sua segnalazione de I Simpson e la filosofia, che mi ha spiegato "è però un po' difficile da leggere, cioè bisogna un po' sapere di filosofia, non so, tipo tu li conosci Aristotele, Platone, Kant? Com'è che si dice poi, kant o kent?".
Sono riuscito a cavarmela solo quando siamo arrivati all'ultimo di Saramago, dicendole che l'ho già letto in lingua originale...
Lì mi ha guardato come fossi io un serial killer, poi, finalmente, mi ha lasciato andare.
Dopo due mesi che abito qui, stamattina sono andato fino in cima.
Interessante.
Ma non ho ancora capito cosa sia successo d'interessante il 26 ottobre...
Ho spulciato nella storia di Verona, ma nulla.
Dicono che in cima a quello scalone, di sera, si venda la droga...
L'altro ieri siamo andati, io, Cace e Mut, allo Stube di S. Vito di Negrar. Il mitico Adriano, dopo 17 anni di gloriosa gestione, ha deciso di mollare il locale.
Tradotto: ci siamo ammazzati di birra e pera Williams.
Ieri stavo andando in una libreria del centro. Mi ha fermato una ragazzina, mi ha trascinato dentro a Mondolibri (libreria Euroclub) e mi ha sommerso di parole su questo e su quel libro bellissimo, imperdibile, da leggere assolutamente: Deaver, Cussler, Mosby, King, Koontz e altri 180 libri appena usciti che "ricordano molto
le atmosfere di Saw-L'emigmista"...
L'ho interrotta solo dopo qualche minuto, mi faceva tenerezza, in fondo ci sapeva fare (e poi ho appena visto Tutta la vita davanti, non so se mi spiego...), ma le ho dovuto dire: "Guarda, mi stai simpatica, io leggo molto, ma dei libri che sono in questa libreria non me ne interessa nemmeno uno".
Cazzo, non si è mica arresa. Mi ha portato nella sezione Saggi e Cultura, facendomi strada come se mi stesse mostrando una sala segreta del Vaticano.
Lì è ripartita con la sua logorroica macchinetta recensoria, descrivendomi ogni pezzo della mercanzia con dovizia di particolari. Assolutamente da ricordare la sua segnalazione de I Simpson e la filosofia, che mi ha spiegato "è però un po' difficile da leggere, cioè bisogna un po' sapere di filosofia, non so, tipo tu li conosci Aristotele, Platone, Kant? Com'è che si dice poi, kant o kent?".
Sono riuscito a cavarmela solo quando siamo arrivati all'ultimo di Saramago, dicendole che l'ho già letto in lingua originale...
Lì mi ha guardato come fossi io un serial killer, poi, finalmente, mi ha lasciato andare.
Igor Cassina rilancia
Sul sito di Repubblica il video del nuovo movimento ufficializzato da Igor Cassina, medaglia d'oro alla sbarra ad Atene 2004, in vista delle olimpiadi di Pechino.
Il nuovo esercizio è chiamato Cassina 2 e prevede un avvitamento in più rispetto al Cassina 1, movimento che ancora nessun altro atleta è riuscito a copiare.
Una bella pressione su tutti gli avversari che sperano di battere Igor alle olimpiadi.
Il nuovo esercizio è chiamato Cassina 2 e prevede un avvitamento in più rispetto al Cassina 1, movimento che ancora nessun altro atleta è riuscito a copiare.
Una bella pressione su tutti gli avversari che sperano di battere Igor alle olimpiadi.
4.23.2008
Il fotografo di matrimoni
No, non è il titolo di un film.
È solo un altro degli universi paralleli
in cui sarei potuto cadere.
Fotografare matrimoni
è un po' come fotografare arcobaleni.
E poi il sottotitolo del sito mi fa morire:
Stunning Imagery for the Discerning Bride.
p.s.
Son proprio mona, non avevo messo il link...
È solo un altro degli universi paralleli
in cui sarei potuto cadere.
Fotografare matrimoni
è un po' come fotografare arcobaleni.
E poi il sottotitolo del sito mi fa morire:
Stunning Imagery for the Discerning Bride.
p.s.
Son proprio mona, non avevo messo il link...
4.22.2008
Incubi precari
Bello il nuovo di Virzì, Tutta la vita davanti. Non facile raccontare la vita dei precari senza scadere in facili moralismi e tanti altri facili ismi. Qualche stereotipo di troppo di qua, qualche intreccio un po' molle di là, ma è un film da vedere, se non altro considerando le prospettive che più o meno tutti ci troviamo a vivere al giorno d'oggi, cari coetanei e meno coetanei.
Mi piace parlare qui anche di questo film di Tsukamoto del 2006, Nightmare Detective, che ho visto solo ora, con colpevole ritardo, ma con fatale tempismo. Ecco, è andata così. Qualche giorno fa ho letto che a luglio inizieranno in Canada le riprese del film ispirato a Dylan Dog. Il regista sarà Kevin Munroe, noto per TMNT- Teenage Mutant Ninja Turtles (WOW!) e no, non sarà Rupert Everett a interpretare l'indagatore dell'incubo, bensì l'ultimo Superman Brandon Routh. Colto da improvvisi crampi allo stomaco, vagando in rete ho scoperto che il buon Tsukamoto ha girato questo film il cui protagonista è, appunto, un indagatore dell'incubo, che entra letteralmente nei sogni altrui. Il seguito del film è già in produzione, in Giappone è stato un successo.
Ebbene, mi piacerebbe che Sclavi e Tsukamoto si incontrassero.
Tralascerò qui tutte le mie paranoiche osservazioni da Tsukamoto-maniaco, e vi dirò solo che, senza tanti effetti speciali (anche se si tratta del primo film in digitale del nipponico) e con una trama decisamente alla Sclavi, il film Tsukamoto riporta come non mai alla mente le atmosfere del vecchio Dylan, pur trasferendole da Londra alla solita Tokyo aberrante e postmoderna di Tsuka.
Lancerò una petizione: facciamo incontrare Tsukamoto e Sclavi!
Del Super Dylan Dog Ninja Turtle mutante, sinceramente, non ho proprio voglia...
Rebecca's floating world
la cronologia della tua
costruzione di senso
è così intima,
non corre immemore di sé
come un vento postmoderno.
gesti monocromi incisi
sullo scheletro di una realtà
patetica,
l'istinto drammatico in sincrono
con ogni ferita.
ti guardi allo specchio,
cerchi di voltarti
continuando a fissarti,
un gesto oscuro
di culture dimenticate.
le pietre del labirinto
non hanno forma
ma lo tengono in piedi,
sussurrando
storie mai narrate.
è il tuo mondo
e non potrà mai decomporsi,
in nessuna scala di grigio
in nessuna sfumatura di silenzio.
costruzione di senso
è così intima,
non corre immemore di sé
come un vento postmoderno.
gesti monocromi incisi
sullo scheletro di una realtà
patetica,
l'istinto drammatico in sincrono
con ogni ferita.
ti guardi allo specchio,
cerchi di voltarti
continuando a fissarti,
un gesto oscuro
di culture dimenticate.
le pietre del labirinto
non hanno forma
ma lo tengono in piedi,
sussurrando
storie mai narrate.
è il tuo mondo
e non potrà mai decomporsi,
in nessuna scala di grigio
in nessuna sfumatura di silenzio.
4.21.2008
C'è un posto che una volta
C'è un posto che una volta
ho bevuto vino bianco
da una caraffa da litro
e sono finito a dormire in giardino
sotto la pioggia.
C'è un posto che una volta
mi sono illuso esistesse il tempo
e di conseguenza l'amore
allora ho scritto molte lettere
a destinatari senza cuore.
C'è un posto che una volta
gridavo nella pioggia
parole senza senso
e non volevo accanto nessuno
nemmeno me stesso.
C'è un posto che una volta
ho parlato in macchina
con mio padre di suo padre
e gli ho promesso che avrei scritto
la loro storia.
C'è un posto che una volta
volevo andarmene a casa
sul ponte delle Guglie
ma poi siamo finiti a Barcellona
e chissà dove ancora.
C'è un posto che una volta
frequentavo spesso
poi sempre meno
ormai quasi più
un posto accogliente, dopotutto.
ho bevuto vino bianco
da una caraffa da litro
e sono finito a dormire in giardino
sotto la pioggia.
C'è un posto che una volta
mi sono illuso esistesse il tempo
e di conseguenza l'amore
allora ho scritto molte lettere
a destinatari senza cuore.
C'è un posto che una volta
gridavo nella pioggia
parole senza senso
e non volevo accanto nessuno
nemmeno me stesso.
C'è un posto che una volta
ho parlato in macchina
con mio padre di suo padre
e gli ho promesso che avrei scritto
la loro storia.
C'è un posto che una volta
volevo andarmene a casa
sul ponte delle Guglie
ma poi siamo finiti a Barcellona
e chissà dove ancora.
C'è un posto che una volta
frequentavo spesso
poi sempre meno
ormai quasi più
un posto accogliente, dopotutto.
100
Il centesimo post.
Un'ottima occasione per rimpolpare la categoria delle banalità.
Per riflettere su quello che stiamo facendo, sulla nostra posizione nel mondo.
Avercene di occasioni così, di momenti mistici così.
Quella suspense da lista della spesa, avete presente?
Cos'è che devo comprare ancora?
Un'ottima occasione per rimpolpare la categoria delle banalità.
Per riflettere su quello che stiamo facendo, sulla nostra posizione nel mondo.
Avercene di occasioni così, di momenti mistici così.
Quella suspense da lista della spesa, avete presente?
Cos'è che devo comprare ancora?
4.20.2008
Un tranquillo weekend con Biggley
Il buon vecchio Biggley, alias Arketek
è venuto a trovarmi questo weekend.
La macchina del tempo dei ricordi ha fatto presto a catapultarci in quel limbo senza tempo e senza regole che sono le piccole epiche personali che legano due persone, anche dopo molti anni.
Venerdì: tour delle osterie del centro di Verona, fra cui le mitiche Vecia Fontanina, La Carega e Ai Preti. Nella prima il mio amico è stato scambiato per un famoso regista e obbligato a bere un bicchiere di grappa (che per un irlandese è una vera eresia). Nella seconda c'era una ressa pazzesca, fuori pioveva, eravamo con Michela e Anna, la conversazione filava, eppure... quella strana sensazione di straniamento con la mia città che mi coglie in certi luoghi, in certi momenti.
Ai Preti è una miniera di affetti per me. Lì sono entrato nei Mothercare, lì ho detenuto per anni il record di Kalashnikov bevuti (un simpatico shottino a base di vodka, limone e Stroh), lì ho imparato a bere guardando la gente in faccia. E Claudio, che non mi vedeva da anni, mi ha accolto come un figlio; mi sono sentito subito a casa.
Nel frattempo, verso le tre di notte mia sorella ha deciso che era ora di uscire, così abbiamo anche fatto in tempo a fare un giro al Barbarossa, per pasta delle cinque di mattina con rissa annessa, anche se Biggley l'irlandese, non particolarmente impressionato, l'ha definita "una scaramuccia fra gay".
Insomma, a letto alle sette di mattina come previsto, ma meno ubriachi del previsto...
Sabato: missione Venezia. Rientro a Verona con il primo treno disponibile in mattinata.
Biggley ha abitato a Venezia per quasi un anno; abbiamo lavorato entrambi in un Irish Pub del centro. Poi ha deciso di trasferirsi a Barcellona e mi ha chiesto di aiutarlo a fare il trasloco. Tre giorni di macello a Barcellona come pochi altri nella mia vita. Lui finisce in appartamento con una super checca isterica e dopo solo 24 ore decide di fuggire e di tornarsene a Galway. Si carica addosso tutta la sua roba e se ne va nella notte. Peccato avesse lasciato molta della sua roba in un locker della stazione, tra cui una splendida chitarra. Il locker vuole 55 euro in moneta per restituirgli il tutto, ma l'aereo parte dopo nemmeno un'ora, e Biggley lascia tutto lì, in una stazione degli autobus di Barcellona, condendo il tutto con un sonoro e caratteristico Fuck off.
Pare che la roba, dopo due anni, sia ancora chiusa nel locker, e che questa sia diventata la storia divertente della stazione, che impiegati e addetti vari si raccontano e tramandano.
Torniamo a Venezia e alla nostra missione. Cena d'ordinanza alla mitica Osteria Kalia da Tony, poi via a spritz e birre, tra Irish Pub, il mitico Aldo, il Bacaro Jazz e una festa/rave techno in Zona Bandita, dove siamo finiti in chiusura serata. Biggley ritrova una vecchia fiamma, Mary l'americana, e alla festa è subito evidente che sono molto contenti di rivedersi. Faccio l'amico vero e lo lascio andare; sto a chiacchierare con Beppe fino alle 5, poi io prendo il mio treno per Verona e lui il suo autobus per Spinea.
Biggley riemerge domenica sera ore 20:00: "Oh, scusa, verso le 15 mi ero buttato per un pisolino...".
In tutto questo, la cazzo di caldaia si è bloccata e non ho l'acqua calda in casa (grazie Michela per il "prestito" della doccia), ho di nuovo il sonno sballato e domani inizia un'altra settimana di merda di super stress lavorativo.
Non riesco a dormire...
Forse mi bevo un Lucano, che non si sa mai.
è venuto a trovarmi questo weekend.
La macchina del tempo dei ricordi ha fatto presto a catapultarci in quel limbo senza tempo e senza regole che sono le piccole epiche personali che legano due persone, anche dopo molti anni.
Venerdì: tour delle osterie del centro di Verona, fra cui le mitiche Vecia Fontanina, La Carega e Ai Preti. Nella prima il mio amico è stato scambiato per un famoso regista e obbligato a bere un bicchiere di grappa (che per un irlandese è una vera eresia). Nella seconda c'era una ressa pazzesca, fuori pioveva, eravamo con Michela e Anna, la conversazione filava, eppure... quella strana sensazione di straniamento con la mia città che mi coglie in certi luoghi, in certi momenti.
Ai Preti è una miniera di affetti per me. Lì sono entrato nei Mothercare, lì ho detenuto per anni il record di Kalashnikov bevuti (un simpatico shottino a base di vodka, limone e Stroh), lì ho imparato a bere guardando la gente in faccia. E Claudio, che non mi vedeva da anni, mi ha accolto come un figlio; mi sono sentito subito a casa.
Nel frattempo, verso le tre di notte mia sorella ha deciso che era ora di uscire, così abbiamo anche fatto in tempo a fare un giro al Barbarossa, per pasta delle cinque di mattina con rissa annessa, anche se Biggley l'irlandese, non particolarmente impressionato, l'ha definita "una scaramuccia fra gay".
Insomma, a letto alle sette di mattina come previsto, ma meno ubriachi del previsto...
Sabato: missione Venezia. Rientro a Verona con il primo treno disponibile in mattinata.
Biggley ha abitato a Venezia per quasi un anno; abbiamo lavorato entrambi in un Irish Pub del centro. Poi ha deciso di trasferirsi a Barcellona e mi ha chiesto di aiutarlo a fare il trasloco. Tre giorni di macello a Barcellona come pochi altri nella mia vita. Lui finisce in appartamento con una super checca isterica e dopo solo 24 ore decide di fuggire e di tornarsene a Galway. Si carica addosso tutta la sua roba e se ne va nella notte. Peccato avesse lasciato molta della sua roba in un locker della stazione, tra cui una splendida chitarra. Il locker vuole 55 euro in moneta per restituirgli il tutto, ma l'aereo parte dopo nemmeno un'ora, e Biggley lascia tutto lì, in una stazione degli autobus di Barcellona, condendo il tutto con un sonoro e caratteristico Fuck off.
Pare che la roba, dopo due anni, sia ancora chiusa nel locker, e che questa sia diventata la storia divertente della stazione, che impiegati e addetti vari si raccontano e tramandano.
Torniamo a Venezia e alla nostra missione. Cena d'ordinanza alla mitica Osteria Kalia da Tony, poi via a spritz e birre, tra Irish Pub, il mitico Aldo, il Bacaro Jazz e una festa/rave techno in Zona Bandita, dove siamo finiti in chiusura serata. Biggley ritrova una vecchia fiamma, Mary l'americana, e alla festa è subito evidente che sono molto contenti di rivedersi. Faccio l'amico vero e lo lascio andare; sto a chiacchierare con Beppe fino alle 5, poi io prendo il mio treno per Verona e lui il suo autobus per Spinea.
Biggley riemerge domenica sera ore 20:00: "Oh, scusa, verso le 15 mi ero buttato per un pisolino...".
In tutto questo, la cazzo di caldaia si è bloccata e non ho l'acqua calda in casa (grazie Michela per il "prestito" della doccia), ho di nuovo il sonno sballato e domani inizia un'altra settimana di merda di super stress lavorativo.
Non riesco a dormire...
Forse mi bevo un Lucano, che non si sa mai.
Citizen Berlusoni
L'acclamato documentario sul Silvio nazionale, ora in streming, in inglese, con sottotitoli.
Berlusconi? Sapevatelo.
Sempre in tema post-elettorale, segnalo l'ultima poesia postata da Guido Catalano, Un nuovo mondo, un vero capolavoro. Tanto che la riposto qui.
un nuovo mondo
la prima cosa da fare
è autoscurarsi rete 4
è facile
sul tasto 4 del telecomando
io ci metto mtv
ma uno può mettere quel che vuole
io mtv
che fino adesso mtv ce l’avevo tipo sul 17
che è un casino ogni volta
così è più facile beccare a culo i video di rihanna
che m’arrazzano amminchia i video di rihanna
poi
chi vuole può suicidarsi
chi non vuole può scendere di sotto
sotto sotto
si va giù è si costruiscono delle città sotterranee
nelle fogne, praticamente
dei rifugi praticamente
ci si nutre di funghi di fogna albini
magari qualche topo, per i carnivori
le città sotterranee saranno collegate da cuniculi
così ci si può andare a trovare
tramite imbarcazioni di legno e feci
il nuovo mondo di merda sotterraneo
sarà un luogo un po’ buio
ma si avrà tempo di fare tutto ciò che non abbiamo mai avuto tempo
io studierò le scienze, ad esempio
bertinotti checcazzo ne so
fumerà la pipa e racconterà favole ai bambini
come un nonno buono
magari grazie all’idroponica
potremo coltivare dei fiori e delle piante da frutto
magari sapranno un po’ di merda
ma nutrono
insomma, potrebbe essere un bel posto tutto sommato
apparte la puzza
che uno tanto poi s’abitua
si potrà fare all’amore coi rispettivi patners
e mettere al mondo (di merda) tanti bambini
una nuova generazione
la “generazione di merda”
non ci saranno capi
ognuno fa quel che vuole
se esagera al limite gli si dà un calcio nel culo
e gli si dice “stai esagerando figliolo, datti una calmata”
se poi uno non ce la fa
è libero di risalire su
nel mondo di su
e si può anche rimettere rete 4
non è mica vietato
è una scelta
guardare il sorriso di fede
prendere il sole sul prato
con gli uccellini cinguettini
e il venticello di primavera
io alla fine, credo
sì alla fine lo credo
io farò così
non è vero niente
tutte balle
esercizi
di
stile
di
merda
Berlusconi? Sapevatelo.
Sempre in tema post-elettorale, segnalo l'ultima poesia postata da Guido Catalano, Un nuovo mondo, un vero capolavoro. Tanto che la riposto qui.
un nuovo mondo
la prima cosa da fare
è autoscurarsi rete 4
è facile
sul tasto 4 del telecomando
io ci metto mtv
ma uno può mettere quel che vuole
io mtv
che fino adesso mtv ce l’avevo tipo sul 17
che è un casino ogni volta
così è più facile beccare a culo i video di rihanna
che m’arrazzano amminchia i video di rihanna
poi
chi vuole può suicidarsi
chi non vuole può scendere di sotto
sotto sotto
si va giù è si costruiscono delle città sotterranee
nelle fogne, praticamente
dei rifugi praticamente
ci si nutre di funghi di fogna albini
magari qualche topo, per i carnivori
le città sotterranee saranno collegate da cuniculi
così ci si può andare a trovare
tramite imbarcazioni di legno e feci
il nuovo mondo di merda sotterraneo
sarà un luogo un po’ buio
ma si avrà tempo di fare tutto ciò che non abbiamo mai avuto tempo
io studierò le scienze, ad esempio
bertinotti checcazzo ne so
fumerà la pipa e racconterà favole ai bambini
come un nonno buono
magari grazie all’idroponica
potremo coltivare dei fiori e delle piante da frutto
magari sapranno un po’ di merda
ma nutrono
insomma, potrebbe essere un bel posto tutto sommato
apparte la puzza
che uno tanto poi s’abitua
si potrà fare all’amore coi rispettivi patners
e mettere al mondo (di merda) tanti bambini
una nuova generazione
la “generazione di merda”
non ci saranno capi
ognuno fa quel che vuole
se esagera al limite gli si dà un calcio nel culo
e gli si dice “stai esagerando figliolo, datti una calmata”
se poi uno non ce la fa
è libero di risalire su
nel mondo di su
e si può anche rimettere rete 4
non è mica vietato
è una scelta
guardare il sorriso di fede
prendere il sole sul prato
con gli uccellini cinguettini
e il venticello di primavera
io alla fine, credo
sì alla fine lo credo
io farò così
non è vero niente
tutte balle
esercizi
di
stile
di
merda
4.17.2008
Era un uomo buono
Per dirne uno, degli incipit prodotti dalla metro di Milano...
Era un uomo buono.
Non l'avreste mai detto osservandolo riporre su un fazzoletto ricamato le unghie appena strappate e prendere dal camino un lungo ago arroventato.
La bambina era svenuta per la terza volta.
Era un uomo buono.
Non l'avreste mai detto osservandolo riporre su un fazzoletto ricamato le unghie appena strappate e prendere dal camino un lungo ago arroventato.
La bambina era svenuta per la terza volta.
Milano... Milano...
Ecco, tanto mi piace Milano in libro tanto poco mi piace live.
Oggi ci sono tornato dopo circa un mese e rientrare a Verona è stato un vero sollievo.
Basta vedere il Monte Baldo innevato in lontananza per rilasciare la tensione.
Prima o poi scoppierà? Spesso mi domando: "Milano, prima o poi, esploderà?".
Sarà anche la lettura di Monocromatica, ma oggi Milano mi ha inquietato più del solito.
Per un attimo, oggi, in metro, nella stazione di Cadorna affollatissima, centinaia di persone che correvano verso lavoro-scuola-famiglia, ognuno concentrato sul proprio binario, mi sono sembrati il traffico autostradale di un futuro (distopico) prossimo, la litania apocalittica di un disfacimento della personalità.
Sì, mi faccio sempre delle belle seghe mentali in metro, è uno dei posti che preferisco per le seghe mentali (meno per le seghe corporali), per inventare linee vocali di canzoni, per tracciare storie da intrecciare in racconti. Gli incipit di romanzi poi, mi vengono benissimo in metro. Ne avrò scritti un migliaio in metro a Milano, in due anni che ci ho vissuto, tutti nella mia testa. Molti di più a Lisbona, in meno di un anno, ma lì la metro è veramente un luogo fantastico, al limite del parco giochi. Ogni stazione ha una sua caratterizzazione, i suoi colori, la sua architettura profondamente ragionata eppure leggera. Non come a Milano, che la metro sembra un carro bestiame, che son convinto che se un giorno la prendo in centro e mi spingo fino a quelle stazioni dai nomi danteschi, Cascina Gobba, Gorla, Cascina Burrona, Inganni... se un giorno faccio 'sta cosa, lo so che potrebbe capitarmi di restare l'unico passeggero nella vettura, l'unica anima viva in quel girone, scendere dal treno, salire le scale verso l'uscita, e scoprire un mondo terribile, un mondo inguardabile, se non con orrore, ma un orrore non causato da uno stacco netto con il mondo che conoscevi, no, solo una patina che è stata grattata via da una mano diabolica, da una forza primordiale, rivelando la maleodorante cappa di ipocrisia (rassegnazione) che ricopre la città.
Bizzarro che poi io sia convinto che il centro, in quanto tale, sia un posto (più) sicuro.
Vogliamo parlare di Via dei Fiori Oscuri?
Solo un attimo comunque, poi la mia monetina si è staccata dalle dita, scivolando chirurgica dentro la rivenditrice automatica di biglietti, e anch'io sono tornato in corsa sul mio binario del cazzo.
Oggi ci sono tornato dopo circa un mese e rientrare a Verona è stato un vero sollievo.
Basta vedere il Monte Baldo innevato in lontananza per rilasciare la tensione.
Prima o poi scoppierà? Spesso mi domando: "Milano, prima o poi, esploderà?".
Sarà anche la lettura di Monocromatica, ma oggi Milano mi ha inquietato più del solito.
Per un attimo, oggi, in metro, nella stazione di Cadorna affollatissima, centinaia di persone che correvano verso lavoro-scuola-famiglia, ognuno concentrato sul proprio binario, mi sono sembrati il traffico autostradale di un futuro (distopico) prossimo, la litania apocalittica di un disfacimento della personalità.
Sì, mi faccio sempre delle belle seghe mentali in metro, è uno dei posti che preferisco per le seghe mentali (meno per le seghe corporali), per inventare linee vocali di canzoni, per tracciare storie da intrecciare in racconti. Gli incipit di romanzi poi, mi vengono benissimo in metro. Ne avrò scritti un migliaio in metro a Milano, in due anni che ci ho vissuto, tutti nella mia testa. Molti di più a Lisbona, in meno di un anno, ma lì la metro è veramente un luogo fantastico, al limite del parco giochi. Ogni stazione ha una sua caratterizzazione, i suoi colori, la sua architettura profondamente ragionata eppure leggera. Non come a Milano, che la metro sembra un carro bestiame, che son convinto che se un giorno la prendo in centro e mi spingo fino a quelle stazioni dai nomi danteschi, Cascina Gobba, Gorla, Cascina Burrona, Inganni... se un giorno faccio 'sta cosa, lo so che potrebbe capitarmi di restare l'unico passeggero nella vettura, l'unica anima viva in quel girone, scendere dal treno, salire le scale verso l'uscita, e scoprire un mondo terribile, un mondo inguardabile, se non con orrore, ma un orrore non causato da uno stacco netto con il mondo che conoscevi, no, solo una patina che è stata grattata via da una mano diabolica, da una forza primordiale, rivelando la maleodorante cappa di ipocrisia (rassegnazione) che ricopre la città.
Bizzarro che poi io sia convinto che il centro, in quanto tale, sia un posto (più) sicuro.
Vogliamo parlare di Via dei Fiori Oscuri?
Solo un attimo comunque, poi la mia monetina si è staccata dalle dita, scivolando chirurgica dentro la rivenditrice automatica di biglietti, e anch'io sono tornato in corsa sul mio binario del cazzo.
4.15.2008
Monocromatica
Sto leggendo un bel libro, un po' inaspettato, perché dopo le prime pagine mi ero quasi convinto ad abbandonarlo.
Invece poi mi ha conquistato.
S'intitola Monocromatica ed è opera di un duo di attivisti dell'underground milanese che si celano dietro lo pseudonimo R. S. Blackswift.
Si cammina in bilico fra noir e fantasy, in una Milano dipinta con una certa maestria nelle sua oscurità e nelle sue tradizioni.
Cioè, mi ha fatto venir voglia di tornare a scrivere qualcosa su Milano.
Leggetevi l'articolo su Fantasy Magazine se volete saperne di più.
Io consiglio la lettura.
I due hanno anche un blog dove portano avanti diversi progetti scrittori.
UDINE FAR EAST FILM 10
Si avvicina anche la 10° edizione del Far East Film Festival di Udine.
Anche quest'anno purtroppo me lo perdo...
Spero di riuscire ad andare almeno alla mega-conferenza Ties That Bind, legami che uniscono, dedicata ai rapporti produttivi e distributivi tra Europa e Asia.
Intanto non perdetevi il trailer del festival a opera di Pang Ho-Cheung. Fa morire dal ridere!
4.14.2008
Schermi d'amore
A Verona è in corso la 12° edizione di Schermi d'amore.
La sezione più interessante, secondo me, è la retrospettiva su Ozon.
Se riesco ad andare a vedere qualcosa poi posto.
La sezione più interessante, secondo me, è la retrospettiva su Ozon.
Se riesco ad andare a vedere qualcosa poi posto.
Miami Vice + I padroni della notte
Non me l'aspettavo, dico la verità. Temevo che la ripresa di una serie televisiva, anche nelle mani di un regista con le palle, finisse per venire incontro più alle esigenze commerciali che a quelle cinematografiche.
Mi sbagliavo.
Questo film è una vera bomba, senza un attimo di respiro: velocità, azione, trama complessa ma agile, dialoghi taglienti.
Michael Mann ancora in splendida forma, dopo il memorabile Collateral.
Colin Farrell è irriconoscibile e fa veramente paura. Jamie Foxx è perfetto. Gong Li è Gong Li.
Balza in testa alla mia personale classifica dei migliori film del 2006, assieme a Inland Empire e The Prestige.
Altro bel film della serie poliziesco undercover è I padroni della notte di James Gray, un po' una risposta a The departed, con un bravissimo Joaquin Phoenix ma con una trama che non mi ha convinto fino in fondo.
Da vedere comunque.
sassi in casa
ho raccolto dei sassi sul Po
a Balossa Bigli
mentre facevate schiantare l'aquilone:
mica volava
sono sassi lisci
dalle forme curiose
non so che mi ha preso,
una deriva New Age, Feng Shui,
cristalloterapica
me li metto in casa
ma non so bene dove
cioè, mi ha preso questo istinto
improvviso
di mettermi dei sassi del Po in casa
a Balossa Bigli
mentre facevate schiantare l'aquilone:
mica volava
sono sassi lisci
dalle forme curiose
non so che mi ha preso,
una deriva New Age, Feng Shui,
cristalloterapica
me li metto in casa
ma non so bene dove
cioè, mi ha preso questo istinto
improvviso
di mettermi dei sassi del Po in casa
4.12.2008
veglia
a quest'ora della notte mi sveglio sempre
con mille pensieri in testa
storie da scrivere
mi metto allo specchio
a strizzarmi i punti neri
e quante storie in testa
che poi non si concludono in niente
se ci sei tu nel letto almeno te le racconto
e tu magari le vivi in sogno
con tutte le avventure
che ho immaginato
se la mia testa fosse sempre
com'è a quest'ora di notte
sarebbe un bel casino
sempre lì a concludere niente,
mentre il Buddha
siede nell´angolo
e sorride.
con mille pensieri in testa
storie da scrivere
mi metto allo specchio
a strizzarmi i punti neri
e quante storie in testa
che poi non si concludono in niente
se ci sei tu nel letto almeno te le racconto
e tu magari le vivi in sogno
con tutte le avventure
che ho immaginato
se la mia testa fosse sempre
com'è a quest'ora di notte
sarebbe un bel casino
sempre lì a concludere niente,
mentre il Buddha
siede nell´angolo
e sorride.
manca un colore al mio piccolo disegno
manca un colore al mio piccolo disegno
triste
di questi giorni lunghi
che fatico ad alzarmi dal letto
è un disegno
come quelli dei giornalini
da riempire dei colori che vuoi
no
è più come quelli da annerire
della Settimana Enigmistica
tanto i colori non li vedo
sono daltonico,
è sempre una buona scusa
è un po' anche l'illusione
che questa sia una poesia
dove ti dico quello che manca
quello che mi manca
e quello che non sai
così fa meno effetto
di dirtelo in un orecchio
non ti puoi intenerire
e nemmeno arrabbiare
perché se è una poesia
pensi solo a far scorrere la parole
e i sentimenti che ti avvolgono
sono solo passeggeri
questa era l'illusione
almeno
ma non mi pare funzioni
perché non ti ho ancora detto nulla
e la poesia è diventata un sasso
che tengo in mano ma non riesco a gettare
triste
di questi giorni lunghi
che fatico ad alzarmi dal letto
è un disegno
come quelli dei giornalini
da riempire dei colori che vuoi
no
è più come quelli da annerire
della Settimana Enigmistica
tanto i colori non li vedo
sono daltonico,
è sempre una buona scusa
è un po' anche l'illusione
che questa sia una poesia
dove ti dico quello che manca
quello che mi manca
e quello che non sai
così fa meno effetto
di dirtelo in un orecchio
non ti puoi intenerire
e nemmeno arrabbiare
perché se è una poesia
pensi solo a far scorrere la parole
e i sentimenti che ti avvolgono
sono solo passeggeri
questa era l'illusione
almeno
ma non mi pare funzioni
perché non ti ho ancora detto nulla
e la poesia è diventata un sasso
che tengo in mano ma non riesco a gettare
4.11.2008
Lars and the Real Girl
Divertente questa commedia di Craig Gillespie, secondo lavoro di questo regista che viene dalla pubblicità.
Mi ha ricordato molto le atmosfere di Kitchen Stories di Bent Hamer (se non altro per l'ambientazione nordica), anche se il film scandinavo è un piccolo capolavoro, mentre Lars è solo un film godibile.
Un regista da tenere d'occhio questo Gillespie...
Intanto ne approfitto per andarmi a rivedere Factotum, il film ispirato a Bukowski girato da Hamer dopo il successo di Kitchen Stories.
Mothercare cercano bassista
Dopo tanti anni passati insieme abbiamo dovuto salutare Rudy Zantedeschi che, per problemi personali, ha deciso di lasciare la band.
Le registrazioni del nuovo disco (titolo provvisorio Illusion of Time) sono già in corso, quindi speriamo di trovare al più presto un sostituto.
Fatevi sotto! Visitate la nostra pagina Myspace per ulteriori info, grazie.
Le registrazioni del nuovo disco (titolo provvisorio Illusion of Time) sono già in corso, quindi speriamo di trovare al più presto un sostituto.
Fatevi sotto! Visitate la nostra pagina Myspace per ulteriori info, grazie.
My Blueberry Nights
Sono in periodo iper-filmico, che ci posso fare?
Traduzione italiana del titolo del nuovo film di Wong Kar-Wai? Un bacio romantico... No comment!
A parte questo, il film è molto bello, ma non posso negare di aver percepito una certa forzatura. In the Mood for Love e Hong Kong Express (soprattutto quest'ultimo) non sono film facili da dimenticare; Jude Law nei panni del gestore del ristorante non mi convince fino in fondo... Insomma, preferivo Wong Kar-Wai pre-Hollywood (ma forse potrei dirlo di tutti gli autori di culto poi emigrati in America).
Detto questo, bellissima la colonna sonora di Ry Cooder, brava e bella Norah Jones nei panni della protagonista, mitica la sceneggiatura di Lawrence Block (Lawrence Block , classe 1938, proprio lui, ragazzi! Ma come lo avrà convinto?) e interessante cameo del mio amato Texas Hold'em nella parte finale del film, dove incontriamo una Natalie Portman incallita giocatrice.
Tutto sommato, da non perdere (oh, però Jude Law proprio non mi va giù... Tony Leung è indimenticabile!).
Human Nature
Questo film con Patricia Arquette è il primo lungometraggio di Michel Gondry, acclamato regista di Se mi lasci ti cancello e de L'arte del sogno.
Mi è piaciuto veramente molto. La storia sembra una trasposizione ipermoderna de La donna scimmia di Marco Ferreri. Originariamente, doveva essere diretto da Soderbergh, poi da Spike Jonze, che infine ha pensato bene fosse ora di far girare un lungometraggio a uno degli autori di videoclip più prolifici e innovativi degli ultimi 20 anni e si è limitato a produrlo. La sceneggiatura è di Charlie Kaufman (Essere John Malkovich).
Gondry deve la sua notorietà a diversi videoclip famosi, tra cui Bachelorette di Bjork, No One Knows dei Queens of the Stone Age (i miei preferiti) e molti altri per Massive Attack, Radiohead, White Stripes, etc.
uno di quei momenti
ecco
è uno di quei momenti che se fossi qui
ti direi qualcosa d'importante
una di quelle cose che restano
sempre vive nella storia
di un amore
che si ricordano pieni d'emozione, tanti anni dopo,
come souvenir di un viaggio,
dell'inizio d'un viaggio.
una storiella banale
su qualche fatto privo d'interesse
che però diventa un tassello fondamentale
del microcosmo in cui respiriamo,
quasi senza che ce ne accorgiamo.
e cerco di inquadrarti in primo piano
nella mente,
con molti colori e un po' di sbieco
alla Wong Kar-Wai,
sorridi con gli occhi e anche con la bocca.
volevo dirti questo, insomma,
che forse è una cosa importante
e forse no,
ma è una cosa che mi fa entrare nei tuoi sogni
prima ancora che ti svegli
e quindi, se non altro,
è divertente.
è uno di quei momenti che se fossi qui
ti direi qualcosa d'importante
una di quelle cose che restano
sempre vive nella storia
di un amore
che si ricordano pieni d'emozione, tanti anni dopo,
come souvenir di un viaggio,
dell'inizio d'un viaggio.
una storiella banale
su qualche fatto privo d'interesse
che però diventa un tassello fondamentale
del microcosmo in cui respiriamo,
quasi senza che ce ne accorgiamo.
e cerco di inquadrarti in primo piano
nella mente,
con molti colori e un po' di sbieco
alla Wong Kar-Wai,
sorridi con gli occhi e anche con la bocca.
volevo dirti questo, insomma,
che forse è una cosa importante
e forse no,
ma è una cosa che mi fa entrare nei tuoi sogni
prima ancora che ti svegli
e quindi, se non altro,
è divertente.
4.10.2008
La primavera ci prende per il culo...
... e io sono metereopatico, quindi ancora in letargo mentale.
Ho visto una carrettata di film però (W il mulo!).
In ordine casuale, le visioni più interessanti:
Onora il padre e la madre di Sidney Lumet
Haze di Tsukamoto Shin'ya
L'albero della vita di Darren Aronofsky
Gone baby gone di Ben Affleck
Apnea di Roberto Dordit
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