4.22.2008

Rebecca's floating world

la cronologia della tua
costruzione di senso
è così intima,
non corre immemore di sé
come un vento postmoderno.

gesti monocromi incisi
sullo scheletro di una realtà
patetica,
l'istinto drammatico in sincrono
con ogni ferita.

ti guardi allo specchio,
cerchi di voltarti
continuando a fissarti,
un gesto oscuro
di culture dimenticate.

le pietre del labirinto
non hanno forma
ma lo tengono in piedi,
sussurrando
storie mai narrate.

è il tuo mondo
e non potrà mai decomporsi,
in nessuna scala di grigio
in nessuna sfumatura di silenzio.

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