8.01.2008
Orge adolescenziali e matrimoni
Ho recuperato questo Ken Park, film del 2002 diretto da Larry Clark ed Ed Lachman, per la sceneggiatura di Harmony Korine. Devo dire che ero molto più interessato alla sceneggiatura di quest'ultimo, piuttosto che al film in sé e per sé. Harmony Korine è una figura di culto del cinema indipendente statunitense, autore di opere seminali come Gummo ('97) e Julien Donkey-Boy ('99, girato secondo i dettami del Dogma95), nonché di alcuni interessanti videoclip, come quello di Sunday dei Sonic Youth.
Come nei film da lui diretti, anche Ken Park è caratterizzato da personaggi crudi che vivono in un ambiente moralmente degradato, e da un frequente ricorso a scene di sesso e/o violenza espliciti.
Tuttavia, Korine rinnega la sua sceneggiatura, rompe i rapporti con Clark e non partecipa alla produzione del film.
Ne esce un'opera molto promettente (la forza di alcuni dialoghi scritti da Korine rimane intatta), ma pericolosamente sull'orlo dell'autocompiacimento (difetto che Clark aveva già ampiamente mostrato nel suo primo film, Kids, sempre su sceneggiatura di Korine).
A livello di "piccola bottega degli orrori morali", un film molto più graffiante, benché meno apertamente provocatorio di Ken Park, è secondo me Palindromi di Todd Solondz.
E veniamo a Margot at the Wedding (stendo un velo pietoso sul titolo italiano) di Noah Baumbach. Siamo sempre nell'ambito della riflessione sull'implosione della famiglia americana. Pur non ricorrendo mai a scene "scandalo", Baumbach riesce a tessere un'analisi così acuta delle adolescenze devastate dalle inadeguatezze dei genitori che questo film (al cinema in Italia ora, ma, vi prego, scovatelo in lingua originale!) si colloca decisamente una spanna al di sopra dei due citati sopra. Se non altro, sappiate che ci troverete la migliore Nicole Kidman di sempre (è assodato: il suo terreno naturale sono i film d'autore low-budget!) e un Jack Black stupefacente, come non l'avete mai visto, alle prese con un ruolo drammatico molto complesso e commovente. Anche per questo, la visione della versione originale sottotitolata è un must. Nel doppiaggio italiano, la grande prova attoriale del trio Kidman-Black-Jennifer Jason Leigh si sfalda inesorabilmente.
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