Askew it itches
drought-stricken illusion
of a drowning rebirth
waiting for
a wrist to wrench.
I've seen the grinding
fingers of time
setting the next molt
on the daily sprain
of twilight.
A cynical
severed hand
wears in the rain
as morbid marble in the shade,
while flowers fade to make fruits
and fruits rot to make earth.
12.30.2008
12.23.2008
TERREMOTO!
Che strana sensazione dare in diretta questa notizia.
Me ne stavo al pc a lavorare e ha cominciato a ballarmi la sedia sotto il culo.
E voi, l'avete sentito il terremoto?
Me ne stavo al pc a lavorare e ha cominciato a ballarmi la sedia sotto il culo.
E voi, l'avete sentito il terremoto?
12.22.2008
12.17.2008
IL MAGNOLIA RISPONDE A “IL GIORNALE”
Riporto il comunicato del Circolo Arci Magnolia di Milano.
Per saperne di più, visitate il blog di Adriano Barone.
IL MAGNOLIA RISPONDE A “IL GIORNALE”.
C'è un’Italia che vuole restare indietro. Non ha un solo colore, non ha una sola bandiera, ma un semplice obiettivo: condannare il paese alla palude nella quale si è messo con le proprie mani – a quell'eterno sterile e ammuffito scontro tra destra e sinistra, come fossimo ancora tutti quanti nei corridoi di un'università nel 1976. E' un harakiri che non stupisce: dietro le scrivanie di oggi ci sono gli anni di piombo di ieri, e piuttosto che scoprire che le nuove generazioni non hanno più nessuna voglia di spaccarsi le teste in nome di un cineforum o del giornale sotto braccio, molti preferiscono riaccendere la fiammella con l'arma vecchia della menzogna.
Che la usi la politica, è una prassi a cui tutti siamo ormai abituati. Che la usino i giornali è una novità a cui ci stiamo amaramente abituando ma alla quale non vogliamo rassegnarci. Questa mattina il Giornale titola in prima pagina "è ora che i Circoli Arci paghino le tasse". E continua: discoteche, ristoranti, palestre, saune e perfino locali hard spacciati per centri culturali. Seguono due pagine di inchiesta, con un ampio spazio sul circolo di cui sono presidente – l'Arci Magnolia di Segrate. Come si diceva - che i giornali sembrino oggi poter fare a meno delle basi stesse del giornalismo, non è più un fatto che dia scandalo. Quindi non ha probabilmente più senso stupirsi della mancanza di un contradditorio o indignarsi per le falsità disseminate da Paolo Beltramin. A nulla servirebbe infatti replicare punto per punto alle bugie portate come prove schiaccianti alla tesi per la quale i Circoli Arci non avrebbero più – o non avrebbero mai avuto – senso d'essere. Paolo Beltramin non si preoccupa neanche di risultare inattaccabile, sicuro come sarà di una folla esultante al grido di "era ora che qualcuno lo dicesse". Quasi sembra compiacersi della sua condotta giornalistica: titola "gin a 7 euro e zero scontrini" parlando di una sua folle serata al Magnolia venerdì 12 ottobre. Il fatto che il Magnolia fosse chiuso il dodici ottobre e che prezzi e informazioni siano assolutamente falsi non è certo cosa che gli interessi.
Quello che gli preme da dentro è un risentimento antico, è una parola che gli rode il fegato: cultura. Questo è il suo modo di rifarsi oggi: far credere a una società ormai adulta che la cultura sia un fatto di sinistra, che voglia dire solo dibattiti noiosi, cineforum in lingua originale e discussioni su registi polacchi di cui non si sa scrivere il nome. Evidentemente, Paolo Beltramin non ha mai capito cosa diavolo fosse questa cultura di cui la gente si riempiva la bocca. Per sfortuna sua e fortuna dell'Italia, le nuove generazioni lo hanno capito. Cultura vuol dire condivisione di valori e discussione degli stessi, vuol dire spazi e possibilità di espressione, vuol dire musica, libri, mostre, danze, vuol dire – alla lettera – tutto ciò che non è natura, istinto, impulso. Il Circolo Magnolia è un centro di cultura da quattro anni, e lo ha dimostrato a migliaia e migliaia di milanesi – così tanti da esser certi che tra essi vi siano in abbondanza lettori de Il Giornale – che da sempre offre spazio e spalla alla diffusione degli eventi stessi del circolo. A Paolo Beltramin certo fa comodo continuare a figurarsi la cultura come una cosa di sinistra, ma all'Italia farebbe più comodo che la cultura fosse una cosa di tutti.
Ovvero, quello che si propone da sempre il Magnolia: una programmazione culturale ampia e variegata che possa fungere da faro per i giovani e meno giovani lombardi, un'alternativa all'intrattenimento bieco e vuoto di gran parte dell'industria della notte, prezzi bassi se non bassissimi (perdonaci Paolo, ma quando hai chiesto ai tuoi amici di prenderti un gin tonic, devono essersi intascati un paio di euro), un impegno costante nel dar spazio alle band locali, un impegno costante nel cercare soluzioni ragionevoli per l'ambiente (i pannelli fotovoltaici per alimentare l'intero circolo), per chi ci lavora (tutti gli utili del circolo vengono riutilizzati per assumere il personale) e per tener lontano chi lo frequenta da strade pericolose (al Magnolia il servizio d'ordine rende impossibile lo spaccio che in altri locali è una triste abitudine). Tutto ciò pagando le tasse e i contributi per ogni persona coinvolta nella gestione stessa del locale. Col particolare, volontariamente omesso da Paolo, che ogni utile di un Circolo Arci dev'essere reinvestito in attività culturali e ricreative, rendendo di fatto impossibile l'arricchimento che l'inchiesta si propone di denunciare.
E' triste dove rispondere alle accuse quando sono tanto sconnesse e zoppicanti da non meritare attenzione, come non meriterebbe attenzione all'alba del 2009 chi ancora crede che la musica elettronica sia sinonimo di corruzione e malvagità, chi ha paura del nuovo perché ha sempre vissuto avendo paura. E' triste ma necessario. E non per far cambiare idea a chi dovesse imbattersi nella gloriosa inchiesta di Beltramin, ma per banale tributo alla verità – una dea che ha sempre meno fedeli tra i giornalisti. D'altronde, i nemici della cultura – a destra come a sinistra – hanno la testa troppo dura e quadrata per poter capire che la terra è rotonda.
Al contrario, quelli che avranno in mano il mondo dopodomani, e che oggi frequentano in massa il Circolo Magnolia, avranno condiviso a tal punto i valori di tolleranza, ospitalità, uguaglianza, democraticità e felicità che da sempre professiamo, da rendere inutili repliche come questa.
Nelle due pagine ci sono una decina di articoli dedicati all'ARCI, ma ce n’è uno tutto per noi e questo mi galvanizza perchè se una testata nazionale come "Il Giornale" ci dedica tanto spazio vuol dire che qualcosa di buono abbiamo pur fatto.
Le inesattezze partono proprio dal titolo e proseguono nell’analisi della parte fiscale. E mi domando se prima di fare certe affermazioni un giornalista de "IL Giornale" per eccellenza si sarà preparato in materia fiscale per scrivere tali fesserie.
Sicuramente sarà informato sul fatto che al Magnolia ci sono 11 persone assunte a tempo indeterminato, che pagano contributi (quali altri locali di stampo commerciale a Milano hanno 11 assunti?).
Sicuramente saprà che l'associazione non ha un debito o finanziamenti a carico.
Sicuramente saprà che ha investito tutti gli utili in attività di promozione sociale, che sponsorizza una squadra di calcio di Clownterapia (AVS), che ha versato da poco un contributo di 5000 euro per la costruzione di una casa famiglia a Segrate (amministrata dal centro-destra), che collabora con i Servizi alla Persona del comune stesso, ospitando gli anziani nel periodo estivo.
Sicuramente saprà che ogni anno il Circolo Magnolia si sottopone alla verifica della Commissione Provinciale di Vigilanza che certifica l’idoneità delle strutture per la licenza di pubblico spettacolo.
Sicuramente saprà che in questi anni ci sono stati controlli ed ispezioni di Polizia Locale, NAS dei Carabinieri e Siae che non hanno riscontrato alcuna anomalia e irregolarità, a differenza dell’inchiesta del nostro Paolo Beltramin.
Sicuramente saprà che lo spazio, per cui paghiamo regolare canone, affidatoci 4 anni fa dall’attuale Amministrazione Provinciale, era in completo stato di degrado perché praticamente inutilizzato durante l’Amministrazione Colli.
Sicuramente saprà che sta lavorando per investire tutti gli utili su pannelli fotovoltaici e progetti di ecologia.
Ma sicuramente lo saprà, visto che proprio il suo giornale ci cita nella pagina degli spettacoli praticamente ogni settimana, che gli spettacoli teatrali, cabaret, dj set, concerti, liscio per anziani ecc. a differenza di tutti i locali di Milano hanno un costo contenuto se non gratuito; saprà che proponiamo circa 250 spettacoli di diverso genere all'anno, che abbiamo 4 corsi di formazione nel campo della musica, spettacolo ecc...
Ma questo lo sa di sicuro Paolo Beltramin! E allora come si permette di paragonarci all'Hollywood (con tutto il rispetto parlando), come può scrivere un articolo del genere, con inesattezze e falsità, come si permette di screditare un posto come il Circolo MAGNOLIA?
Il presidente Ass. Arci Magnolia
Andrea Pontiroli
Per saperne di più, visitate il blog di Adriano Barone.
IL MAGNOLIA RISPONDE A “IL GIORNALE”.
C'è un’Italia che vuole restare indietro. Non ha un solo colore, non ha una sola bandiera, ma un semplice obiettivo: condannare il paese alla palude nella quale si è messo con le proprie mani – a quell'eterno sterile e ammuffito scontro tra destra e sinistra, come fossimo ancora tutti quanti nei corridoi di un'università nel 1976. E' un harakiri che non stupisce: dietro le scrivanie di oggi ci sono gli anni di piombo di ieri, e piuttosto che scoprire che le nuove generazioni non hanno più nessuna voglia di spaccarsi le teste in nome di un cineforum o del giornale sotto braccio, molti preferiscono riaccendere la fiammella con l'arma vecchia della menzogna.
Che la usi la politica, è una prassi a cui tutti siamo ormai abituati. Che la usino i giornali è una novità a cui ci stiamo amaramente abituando ma alla quale non vogliamo rassegnarci. Questa mattina il Giornale titola in prima pagina "è ora che i Circoli Arci paghino le tasse". E continua: discoteche, ristoranti, palestre, saune e perfino locali hard spacciati per centri culturali. Seguono due pagine di inchiesta, con un ampio spazio sul circolo di cui sono presidente – l'Arci Magnolia di Segrate. Come si diceva - che i giornali sembrino oggi poter fare a meno delle basi stesse del giornalismo, non è più un fatto che dia scandalo. Quindi non ha probabilmente più senso stupirsi della mancanza di un contradditorio o indignarsi per le falsità disseminate da Paolo Beltramin. A nulla servirebbe infatti replicare punto per punto alle bugie portate come prove schiaccianti alla tesi per la quale i Circoli Arci non avrebbero più – o non avrebbero mai avuto – senso d'essere. Paolo Beltramin non si preoccupa neanche di risultare inattaccabile, sicuro come sarà di una folla esultante al grido di "era ora che qualcuno lo dicesse". Quasi sembra compiacersi della sua condotta giornalistica: titola "gin a 7 euro e zero scontrini" parlando di una sua folle serata al Magnolia venerdì 12 ottobre. Il fatto che il Magnolia fosse chiuso il dodici ottobre e che prezzi e informazioni siano assolutamente falsi non è certo cosa che gli interessi.
Quello che gli preme da dentro è un risentimento antico, è una parola che gli rode il fegato: cultura. Questo è il suo modo di rifarsi oggi: far credere a una società ormai adulta che la cultura sia un fatto di sinistra, che voglia dire solo dibattiti noiosi, cineforum in lingua originale e discussioni su registi polacchi di cui non si sa scrivere il nome. Evidentemente, Paolo Beltramin non ha mai capito cosa diavolo fosse questa cultura di cui la gente si riempiva la bocca. Per sfortuna sua e fortuna dell'Italia, le nuove generazioni lo hanno capito. Cultura vuol dire condivisione di valori e discussione degli stessi, vuol dire spazi e possibilità di espressione, vuol dire musica, libri, mostre, danze, vuol dire – alla lettera – tutto ciò che non è natura, istinto, impulso. Il Circolo Magnolia è un centro di cultura da quattro anni, e lo ha dimostrato a migliaia e migliaia di milanesi – così tanti da esser certi che tra essi vi siano in abbondanza lettori de Il Giornale – che da sempre offre spazio e spalla alla diffusione degli eventi stessi del circolo. A Paolo Beltramin certo fa comodo continuare a figurarsi la cultura come una cosa di sinistra, ma all'Italia farebbe più comodo che la cultura fosse una cosa di tutti.
Ovvero, quello che si propone da sempre il Magnolia: una programmazione culturale ampia e variegata che possa fungere da faro per i giovani e meno giovani lombardi, un'alternativa all'intrattenimento bieco e vuoto di gran parte dell'industria della notte, prezzi bassi se non bassissimi (perdonaci Paolo, ma quando hai chiesto ai tuoi amici di prenderti un gin tonic, devono essersi intascati un paio di euro), un impegno costante nel dar spazio alle band locali, un impegno costante nel cercare soluzioni ragionevoli per l'ambiente (i pannelli fotovoltaici per alimentare l'intero circolo), per chi ci lavora (tutti gli utili del circolo vengono riutilizzati per assumere il personale) e per tener lontano chi lo frequenta da strade pericolose (al Magnolia il servizio d'ordine rende impossibile lo spaccio che in altri locali è una triste abitudine). Tutto ciò pagando le tasse e i contributi per ogni persona coinvolta nella gestione stessa del locale. Col particolare, volontariamente omesso da Paolo, che ogni utile di un Circolo Arci dev'essere reinvestito in attività culturali e ricreative, rendendo di fatto impossibile l'arricchimento che l'inchiesta si propone di denunciare.
E' triste dove rispondere alle accuse quando sono tanto sconnesse e zoppicanti da non meritare attenzione, come non meriterebbe attenzione all'alba del 2009 chi ancora crede che la musica elettronica sia sinonimo di corruzione e malvagità, chi ha paura del nuovo perché ha sempre vissuto avendo paura. E' triste ma necessario. E non per far cambiare idea a chi dovesse imbattersi nella gloriosa inchiesta di Beltramin, ma per banale tributo alla verità – una dea che ha sempre meno fedeli tra i giornalisti. D'altronde, i nemici della cultura – a destra come a sinistra – hanno la testa troppo dura e quadrata per poter capire che la terra è rotonda.
Al contrario, quelli che avranno in mano il mondo dopodomani, e che oggi frequentano in massa il Circolo Magnolia, avranno condiviso a tal punto i valori di tolleranza, ospitalità, uguaglianza, democraticità e felicità che da sempre professiamo, da rendere inutili repliche come questa.
Nelle due pagine ci sono una decina di articoli dedicati all'ARCI, ma ce n’è uno tutto per noi e questo mi galvanizza perchè se una testata nazionale come "Il Giornale" ci dedica tanto spazio vuol dire che qualcosa di buono abbiamo pur fatto.
Le inesattezze partono proprio dal titolo e proseguono nell’analisi della parte fiscale. E mi domando se prima di fare certe affermazioni un giornalista de "IL Giornale" per eccellenza si sarà preparato in materia fiscale per scrivere tali fesserie.
Sicuramente sarà informato sul fatto che al Magnolia ci sono 11 persone assunte a tempo indeterminato, che pagano contributi (quali altri locali di stampo commerciale a Milano hanno 11 assunti?).
Sicuramente saprà che l'associazione non ha un debito o finanziamenti a carico.
Sicuramente saprà che ha investito tutti gli utili in attività di promozione sociale, che sponsorizza una squadra di calcio di Clownterapia (AVS), che ha versato da poco un contributo di 5000 euro per la costruzione di una casa famiglia a Segrate (amministrata dal centro-destra), che collabora con i Servizi alla Persona del comune stesso, ospitando gli anziani nel periodo estivo.
Sicuramente saprà che ogni anno il Circolo Magnolia si sottopone alla verifica della Commissione Provinciale di Vigilanza che certifica l’idoneità delle strutture per la licenza di pubblico spettacolo.
Sicuramente saprà che in questi anni ci sono stati controlli ed ispezioni di Polizia Locale, NAS dei Carabinieri e Siae che non hanno riscontrato alcuna anomalia e irregolarità, a differenza dell’inchiesta del nostro Paolo Beltramin.
Sicuramente saprà che lo spazio, per cui paghiamo regolare canone, affidatoci 4 anni fa dall’attuale Amministrazione Provinciale, era in completo stato di degrado perché praticamente inutilizzato durante l’Amministrazione Colli.
Sicuramente saprà che sta lavorando per investire tutti gli utili su pannelli fotovoltaici e progetti di ecologia.
Ma sicuramente lo saprà, visto che proprio il suo giornale ci cita nella pagina degli spettacoli praticamente ogni settimana, che gli spettacoli teatrali, cabaret, dj set, concerti, liscio per anziani ecc. a differenza di tutti i locali di Milano hanno un costo contenuto se non gratuito; saprà che proponiamo circa 250 spettacoli di diverso genere all'anno, che abbiamo 4 corsi di formazione nel campo della musica, spettacolo ecc...
Ma questo lo sa di sicuro Paolo Beltramin! E allora come si permette di paragonarci all'Hollywood (con tutto il rispetto parlando), come può scrivere un articolo del genere, con inesattezze e falsità, come si permette di screditare un posto come il Circolo MAGNOLIA?
Il presidente Ass. Arci Magnolia
Andrea Pontiroli
12.15.2008
The Great Shoe Assault to George Bush
All around the world, some good journalists still survive.
Interessante, per inserire la visita a sorpresa - e in incognito - di Bush in Iraq in un quadro geopolitico preciso, l'analisi di Vittorio Zucconi.
Interessante, per inserire la visita a sorpresa - e in incognito - di Bush in Iraq in un quadro geopolitico preciso, l'analisi di Vittorio Zucconi.
12.12.2008
ti sono nemico
Il cuore scuro del tempo
dorme, e pulsa come un incubo
crudele
nelle tue notti insonni.
A volte il vento
è un fiore spaventoso.
Hai la forma delle nuvole,
il sigillo di una profezia
che non credi possibile.
È un fiore malato
l'alba d'inverno.
La chiave pesante
della piccola prigione,
come un ustione sacra
che consuma l'anima.
La pietra che stagna
nel tuo cuore.
Per la tua amicizia
le mie parole sanguinano.
Ti sono nemico – per amicizia.
dorme, e pulsa come un incubo
crudele
nelle tue notti insonni.
A volte il vento
è un fiore spaventoso.
Hai la forma delle nuvole,
il sigillo di una profezia
che non credi possibile.
È un fiore malato
l'alba d'inverno.
La chiave pesante
della piccola prigione,
come un ustione sacra
che consuma l'anima.
La pietra che stagna
nel tuo cuore.
Per la tua amicizia
le mie parole sanguinano.
Ti sono nemico – per amicizia.
12.11.2008
Domani in Civica: AMOR - Verona
Veronablog segnala questo interessante appuntamento con la presentazione di AMOR - Verona, la caccia al tesoro targata WHAI WHAI dedicata a Verona, che segue quelle già proposte a Roma, Firenze e Venezia. AMOR - Verona è la storia di Eros, dio alato, e dei suoi strumenti di lavoro andati perduti; la storia di una città messa al centro di tante altre storie d’amore.
Appuntamento domani venerdì 12 dicembre alle 12:30, presso la Biblioteca Civica di Verona, per questa originale e interessante iniziativa.
Appuntamento domani venerdì 12 dicembre alle 12:30, presso la Biblioteca Civica di Verona, per questa originale e interessante iniziativa.
12.10.2008
Ognuno si specchia, possibilmente in uno schermo ultrapiatto
Sempre dal blog di Giuseppe Genna.
Imperdibile!
Il confronto è tanto inevitabile quanto sconfortante.
Viva Rocco!
Imperdibile!
Il confronto è tanto inevitabile quanto sconfortante.
Viva Rocco!
12.09.2008
Irrazionalpopolare
SOTTOTITOLO: Da Bocelli ai Suv. Viaggio tra gli incomprensibili miracoli d'Italia.
Questo libro di Francesco Bonami e Luca Mastrantonio è segnalato da Giuseppe Genna nel suo blog.
La recensione di Giuseppe parte dal suicidio di David Foster Wallace e si muove attraverso il caratteristico caleidoscopio di rimandi, ipertesti e videomeditazioni.
Lascio al blog del Miserabile Scrittore onere e onore di approfondire il discorso su questo volume che si prospetta seminale per comprendere i nostri tempi.
12.08.2008
12.06.2008
Amarone giveaway
This is a very special announcement, so please READ CAREFULLY. I decided this just because I'm drunk and I wanted to write something on the blog in the night.Pages viewed on my blog are now 9,202. Who will be so lucky to be the 10,000th visitor of this blog, will win a bottle of Amarone della Valpolicella, a very special wine produced in my own town, Verona.Precisely, the bottle is a 2005 Amarone from Corte Casterna cellar, a fine wine producer from Valpolicella.
Don't forget that in Thomas Harris's novel The Silence of the Lambs, Hannibal Lecter eats the census taker's liver with fava beans and a "big Amarone", rather than a Chianti as in the film version.So, how can you miss your chance to feel as Hannibal Lecter once in a lifetime? Contact your nearest census taker, buy some fava beans and be the 10,000th visitor of my blog.Who will be the lucky one?
Questo è un annuncio davvero speciale, quindi LEGGETE ATTENTAMENTE. Mi sono inventato 'sta cosa solo perché sono sbronzo e volevo scrivere qualcosa sul blog di notte. Le pagine visitate su questo blog sono al momento 9.202. Chi sarà così fortunato da essere il 10.000esimo visitatore del blog vincerà una bottiglia di Amarone della Valpolicella, un vino molto speciale prodotto nella mia città, Verona.
Precisamente, si tratta di una bottiglia d'Amarone 2005 della cantina Corte Casterna, un ottimo produttore della Valpolicella.
Non dimenticate che ne Il silenzio degli innnocenti di Thomas Harris Hannibal Lecter se magna il fegato dell'investigatore con fave e una bella boccia di Amarone, piuttosto che di Chianti come nella versione cinematografica. Come potete perdere l'occasione di sentirvi come Hannibal Lecter per una volta nelal vita? Contattate un investigatore, procuratevi delle fave e siate il 10.000esimo visitatore del mio blog.
Chi sarà il fortunato?
12.05.2008
Pride and Glory
Pride and Glory by Gavin O'Connor is a really interesting filmic case, being a different declination of the same theme and atmosphere of the beautiful We Own The Night by James Gray, though sharing with it, in my opinion, a certain kind of weakness too. But let's start with things that works well in the movie. Finally, I find on screen a persuasive Colin Farrell; I never loved him, though I was positively surprised by his acting in In Bruges (a must see). In Pride and Glory he is totally convincing, and his one is the most difficult and ambiguous role (the scene with the baby and the iron speaks for itself). Pride and Glory is a solid detective story about corrupted policemen, and also about a father and his sons.
Black and white are not so defined among the characters: nobody is totally white, nobody is totally black (again the iron scene, together with the dialogue between Edward Norton and the journalist). Violence is not hidden neither it is freely exhibited with no other purpose. Jon Voight is Jon Voight. Women are practically absent from the movie, at least policemen women, while we have an interesting and much more focused glance on criminals' women. The desperate cloak of unavoidability that surrounds the whole (quite long, exhausting as the story it tells) movie is what will stay more in your mind after you watch it. Nevertheless, exactly in the same way as We Own The Night, towards the end of the movie the plot gets weaker and weaker indeed: what was before just an allegorical and fatal weaving of human vicissitudes becomes now a way too evident unbinding of plot knots to bias the beholder.
A great movie, until 15 minutes to the end.
Pride and Glory di Gavin O'Connor è un caso filmico molto interessante: è una differente declinazione dello stesso tema e della stessa atmosfera dello splendido I padroni della notte di James Gray, anche se con quest'ultimo condivide anche, secondo me, un certo tipo di debolezza. Ma iniziamo dalle cose che nel film funzionano bene. Finalmente, vedo sullo schermo un Colin Farrell persuasivo; non l'ho mai amato, anche se ero rimasto positivamente impressionato dalla sua interpretazione in In Bruges (da vedere assolutamente). In Pride and Glory Farell è del tutto convincente, dove il suo è il ruolo più difficile e ambiguo (la scena col bambino e il ferro da stiro parla da sé). Pride and Glory è una solida storia poliziesca di poliziotti corrotti, nonché di un padre e dei suoi figli.
Il bianco e il nero non sono mai ben definiti fra i personaggi: nessuno è del tutto bianco, nessuno è del tutto nero (di nuovo la scena del ferro da stiro, assieme al dialogo tra Edward Norton e il giornalista). La violenza non è né nascosta né esibita liberamente e senza scopo. Jon Voight è Jon Voight. Le donne sono praticamente assenti dal film, almeno quelle dei poliziotti, mentre abbiamo un interessante e ben focalizzato sguardo sulle donne dei criminali. La disperata cappa di inevitabilità che circonda tutto il (molto lungo, estenuante come la storia che racconta) film è quello che vi resterà in mente di più dopo la visione. Ciononostante, esattamente allo stesso modo de I padroni della notte, verso la fine la trama del film inizia a indebilirsi sempre più: quello che prima era un intreccio allegorico e fatale di vicissitudini umane diventa ora un troppo evidente scioglimento dei nodi della trama a favore dello spettatore.
Un grande film, fino a 15 minuti dalla fine.
12.04.2008
12.03.2008
12.01.2008
The Spider Leaves
I'm glad to announce that two friends will add their great art to new Ephel Duath's release Through My Dog's Eyes. The first print of the album (scheduled for January 26th 2009 on Earache Records) will include a bonus DVD with loads of interesting stuff, among which there is a tiny superb dark comic story inspired by the song Spider Shaped Leaves. The title is The Spider Leaves; script by Adriano "The Machine" Barone and artwork by Paolo Castaldi.
What you see is a preview of the first page and of the amazing artwork by Paolo.
Countless thanks goes to Adriano and Paolo, who worked on an unearthly schedule indeed.
What you see is a preview of the first page and of the amazing artwork by Paolo.
Countless thanks goes to Adriano and Paolo, who worked on an unearthly schedule indeed.
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