2.05.2008

Recensioni #3


Big Business - Here Come the Waterworks (Hydra Head/Goodfellas, 2007)


Il muro di riff sludge/stoner e l’esplosione di stacchi hardcore dell’opener 'Just as the Day was Dawning' difficilmente può far credere che questa band sia un duo, eppure è così. E che duo... Coady Willis, batteria, proviene dai mitici Murder City Devils, Jared Warren, basso e voce, dai Karp. Il duo si forma a Seattle nel 2004 ma si sposta presto a Los Angeles, dove Buzz Osborne e Dale Crover decidono di integrarli nei Melvins, di cui rappresentano tuttora la sezione ritmica. Che i Big Business continuassero comunque come entità separata è stata una condizione posta dagli stessi Osborne e Crover (che spesso affianca il duo alla chitarra nei live). 'Here Come the Waterworks' è il secondo full–lenght, dopo 'Head for the Shallow' (del 2005, sempre su Hydra Head) ed è prodotto da Phil Ek (Modest Mouse, Built To Spill, Band Of Horses). Il principale elemento distintivo dei Big Business è la voce: Warren canta come un sedicenne che tenti di imitare a tratti Lemmy, a tratti Andy Garcia, senza riuscirci. Il risultato è una specie di scream/growl piuttosto sconclusionato e addirittura fastidioso, almeno al primo ascolto. Eppure ora, ogni volta che riascolto il disco, la voce di Warren mi piace sempre di più e trovo si integri perfettamente con il generale tono ironico e caustico di cui è pervaso il disco. Basta leggere alcuni titoli ('Another Fourth of July... Ruined', 'Grounds for Divorce'), alcuni spezzoni di testo ('Take your time old man/The mountains are happy to wait/These vultures are happy to wait' in 'I’ll Give You Something to Cry About') o peraltro una delle interviste rilasciate dai due, per capire che lo humor è l’arma preferita dei Big Business. Uno humor demenziale e nero che si sposa con una musica ossessiva ed epica. I Big Business non inventano nulla di nuovo, sia chiaro, ma questo disco è pieno di riff memorabili e di atmosfere epiche degne dei Neurosis e, addirittura, di alcuni Tangerine Dream (ascoltate l’ultimo brano, la strumentale 'Another Beautiful Day in the Pacific Northwest'). In certi momenti potrebbe anche venirvi nostalgia dei Kyuss di 'Welcome to Sky Valley' ('Grounds for Divorce').Un disco che potrebbe capitarvi di accantonare dopo il primo ascolto, ma che prima o poi finirà per colpirvi con le sue sferzate di puro rock’n’roll vecchia scuola ('Start Your Digging').Il pezzo preferito del sottoscritto, 'Shields', dove lo humor lascia suo malgrado spazio al dramma: 'What could go wrong?/I can't count the number of ways/You could still drown in knee-deep waters'. Chi ha buona memoria ricorderà che nel 2003 il primo batterista dei Karp, Scott Jernigan, morì annegato, privo di sensi, dopo un incidente in barca.

Nessun commento:

Posta un commento