2.05.2008

Recensioni #2


Pissed Jeans - Hope for Men (Sub Pop/Audioglobe, 2007)


Dopo il debutto del 2005 su Parts Unknown ('Shallow'), la band di Allentown, Pennsylvania, debutta su Sub Pop (dopo il 7 pollici 'Don't need smoke to make myself disappear') con questo secondo full–lenght di 10 brani. Nelle parole del vocalist Matt Korvette, l’obiettivo della band sarebbe di 'colpire l’ascoltatore con una miscela monotona e ripetitiva di rock che gli succhi via ogni energia, l’equivalente musicale di osservare uno sciacquone del water in azione'.La descrizione di Korvette è piuttosto riuscita, ma cerchiamo di andare più a fondo. La musica dei Pissed Jeans è un hard rock/punk massiccio e ipnotico, spruzzato di frequenti interventi noise e accompagnato da una voce lacerata, centrifugata e perennemente fuori controllo (David Yow dei Jesus Lizard è qui un buon paragone). La forza dirompente e le ritmiche graffianti di pezzi come 'Secret Admirer' e 'I’m Turning Now' fanno muovere la testa e testimoniano una freschezza e un livello di aggressività non comuni di questi tempi in band del genere. I Pissed jeans, dal vivo, devono offrire certo uno show sconvolgente e la Sub Pop si è dimostrata molto attenta ai più recenti fermenti underground mettendoli sotto contratto.Tornando a 'Hope for Men', dicevamo che il disco offre anche spazio al noise e alla sperimentazione: i due brani di riferimento in questo senso sono 'Scrapbooking' e 'The Jogger'. Il primo è costruito su un tappeto di pianoforte e voce, con rumori vari in sottofondo, e crea un’atmosfera di sinistra ed ermetica tranquillità che mi ha fatto ricordare i Boredoms più radicali. Nel secondo, una voce narrante e, una volta tanto, controllata si muove attraverso feedback e corrosioni chitarristiche varie degne dei migliori Sonic Youth.'Hope for Men' non è certo un disco memorabile, ma è un buon lavoro che ci mostra una band giovane ma molto matura e consapevole dei propri mezzi. Sono convinto che sentiremo ancora parlare di loro.

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