le case spente
che abbiamo frequentato
e quelle vivide vibranti
le case piene
gli amori spenti
che abbiamo distillato in gocce
d'istinto e dipinto
nelle parole
l'umore nero
che ha accompagnato i giorni
i giorni infiniti imprevedibili
quando si faceva la fame
i gusti fini ed esigenti
da artisti navigati
che ostentavamo e ci scambiavamo
come francobolli rari
i suoni cupi lenti
e quelli frenetici deliranti
non è un amore
eppure brucia come un ago infisso nel ricordo
ancora, e ancora
come un richiamo distante, pagano
nel sonno ti vedo
suonare, furente
la lingua fuori
lontano
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