No, non sto parlando del film culto di Takashi Miike.
[Come non l'avete visto???]
Ieri sera sono andato al circolo Arci Kroen di Villafranca (VR). Oltre alla prestigiosa apertura estiva del forno pizze, la serata è stata allietata da due concerti. The Hand è un duo inglese, formato da Rachel Dadd e Wig Smith: folk inglese tradizionale, ma anche atmosfere orientali. Purtroppo sono arrivato tardi e ho visto solo due pezzi.
Il secondo performer era il musicista/rumorista giapponese Ichi, che, come spesso capita con gli artisti provenienti dal paese del sol levante, ha catalizzato l'attenzione di tutti con un riuscito mix di trovate originali (melodie tradizionali mixate con basi jazz), autoironia (vedi video) e cultura antica. Ichi è un artista di Nagoya. Come spiega il suo nome d'arte ("ichi" significa "uno"), si tratta di un progetto one man band, che a tratti ricorda le sperimentazioni rumoristiche dei Boredoms, ma altre volte sconfina in emozionanti litanie rituali che ricordano certe produzioni Real World, come Voices from the Distant Steppe di Shu-De, lasciando intendere che, anche se di Nagoya (città del sud del Giappone), Ichi non è insensibile alle controverse derive della cultura Ainu in Giappone.
Perché controverse? È una storia lunga, ma qui ve la spiegano in breve.
Comunque, ecco come si presenta sul palco Ichi.
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