8.08.2008

Vagina dentata



No, non è il seguito al post di qualche tempo fa Il cacciavite nelle ovaie.
Si tratta della recensione di Denti di Mitchell Liechtenstein, film in uscita in Italia il 22 agosto. Liechtenstein è un attore di telefilm abbastanza noto, qui alla seconda prova registica.
Denti è stato più o meno osannato da più parti come piccolo gioiello horror; la protagonista Jess Weixler, con la sua perfomance, ha addirittura vinto il Premio Speciale della Giuria al Sundance Film Festival.
Mah... OK, salviamo le Weixler; saliviamo anche la fotografia di Wolfgang Held.
Fine.
Il film finisce qui, nell'attesa (troppo lunga) di assistere al primo malcapitato amante della protagonista Dawn e nella riproposizione ad libitum dello schema "tutti vogliono scoparsi Dawn/riescono a portarsela a letto/rimangono castrati". Il background mitico del concetto di vagina dentata trova solo pochi secondi di spazio quando Dawn fa una ricerca su internet. Di Freud nemmeno l'ombra. La potenziale morbosità delle scene relative è del tutto annullata da una fastidiosa atmosfera adolescenziale da American Pie horror; gli attori fanno pena, non scherzo, una volta tanto credo sia meglio vedersi il film doppiato.
Peccato, l'idea sarebbe forte e ricca di spunti. Con altre menti a lavorarci questo film avrebbe potuto davvero essere quel piccolo gioiello tanto acclamato da tutti, forse con troppa fretta...

Chiudo citando Wikipedia, che nella pagina sulla Vagina dentata riporta testualmente:

Una strofa della canzone goliardica delle osterie recita: "Osteria numero venti/se la fica avesse i denti/quanti cazzi all'ospedale/quante fiche in tribunale".

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