7.24.2008

La regina degli scacchi



Non conoscevo Walter Tevis. Per l'ennesima volta, dobbiamo ringraziare Minimum Fax, che ci propone la prima traduzione italiana di questo capolavoro. Tevis è l'autore dei più noti L'uomo che cadde sulla Terra (da cui è tratto il film di culto di Nicolas Roeg con David Bowie del '76), Lo spaccone (film con Paul Newman del '61) e Il colore dei soldi (Martin Scorsese, '86).

Sono rimasto stupefatto da questo romanzo stupendo, che come pochi altri riesce a raccontare in modo disincantato e genuino un mondo complesso e ambiguo come quello degli scacchi.
The Queen's Gambit racconta la storia di Beth Harmon, bambina prodigio che a 8 anni impara a giocare per caso in uno scantinato e si ritroverà presto a sfidare i più forti giocatori del mondo nei tornei internazionali più prestigiosi.
Ma gli scacchi non sono solo competizione e gratificazione intellettuale, sono anche solitudine, frustrazione, dolore. Proprio per questo Beth si trova bene alla scacchiera: cresciuta in un orfanatrofio, non ha altro che sé stessa come punto di riferimento, come ancora di salvezza. Nient'altro che sé stessa, se dimentichiamo i sedativi che le vengono somministrati da bambina nell'istituto e l'alcol che scoprirà molto presto da sola.
La traduzione letterale del titolo sarebbe "Il Gambetto di Donna"; nel gergo scacchistico un "gambetto" è un "sacrificio in apertura". Peccato che nel titolo italiano non si possa cogliere a pieno la pregnante ambiguità che Tevis instilla nella sua protagonista fin dal titolo, che ne evoca sia il trionfo (il Gambetto di Donna è il tipo di apertura che le permetterà di ottenere i successi più importanti) sia la rovina, perché per eccellere negli scacchi tutto il resto va dimenticato. Negli scacchi il sacrificio di sé stessi, fin dall'infanzia, è l'unica via verso l'affermazione sportiva.
Non è per nulla facile mantenere il giusto equilibrio nel raccontare questo mondo così ambiguo, come non è semplice descrivere nei dettagli le partite giocate da Beth Harmon senza annoiare il neofita e scontentare l'esperto, eppure Tevis riesce egregiamente in entrambe le sfide di scrittura.
Scrittura che va ben oltre la "buona resa" scacchistica, perché questo libro è di una tale potenza che non può certo essere incasellato come "romanzo sugli scacchi".
La storia di Beth è la storia di un talento, una storia di riscatto e di speranza, molto vicina a tante vicende reali della vita Tevis, che fu scrittore, scacchista, hustler e anche alcolista. Ma soprattutto un grandissimo scrittore.

UPDATED

Coincidenza (o no?): Paolo Cognetti ha appena letto e recensito Lo spaccone di Tevis sul suo blog. Difficile scindere questi due libri.
Beth Harmon e la scacchiera, Eddie Felson e il tavolo da biliardo.
Il falò dei talenti.

2 commenti:

  1. Mi fai venire i brividi, Gui.
    Credo proprio che tu sappia molto bene di cosa parla questo libro, e credo di saperlo anch'io.
    Un talento è sempre una maledizione.
    Grande romanzo.
    Paolo

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  2. Ti dico solo che ho ricominciato...
    Davvero.

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