4.20.2008

Un tranquillo weekend con Biggley

Il buon vecchio Biggley, alias Arketek
è venuto a trovarmi questo weekend.
La macchina del tempo dei ricordi ha fatto presto a catapultarci in quel limbo senza tempo e senza regole che sono le piccole epiche personali che legano due persone, anche dopo molti anni.
Venerdì: tour delle osterie del centro di Verona, fra cui le mitiche Vecia Fontanina, La Carega e Ai Preti. Nella prima il mio amico è stato scambiato per un famoso regista e obbligato a bere un bicchiere di grappa (che per un irlandese è una vera eresia). Nella seconda c'era una ressa pazzesca, fuori pioveva, eravamo con Michela e Anna, la conversazione filava, eppure... quella strana sensazione di straniamento con la mia città che mi coglie in certi luoghi, in certi momenti.
Ai Preti è una miniera di affetti per me. Lì sono entrato nei Mothercare, lì ho detenuto per anni il record di Kalashnikov bevuti (un simpatico shottino a base di vodka, limone e Stroh), lì ho imparato a bere guardando la gente in faccia. E Claudio, che non mi vedeva da anni, mi ha accolto come un figlio; mi sono sentito subito a casa.
Nel frattempo, verso le tre di notte mia sorella ha deciso che era ora di uscire, così abbiamo anche fatto in tempo a fare un giro al Barbarossa, per pasta delle cinque di mattina con rissa annessa, anche se Biggley l'irlandese, non particolarmente impressionato, l'ha definita "una scaramuccia fra gay".
Insomma, a letto alle sette di mattina come previsto, ma meno ubriachi del previsto...

Sabato: missione Venezia. Rientro a Verona con il primo treno disponibile in mattinata.
Biggley ha abitato a Venezia per quasi un anno; abbiamo lavorato entrambi in un Irish Pub del centro. Poi ha deciso di trasferirsi a Barcellona e mi ha chiesto di aiutarlo a fare il trasloco. Tre giorni di macello a Barcellona come pochi altri nella mia vita. Lui finisce in appartamento con una super checca isterica e dopo solo 24 ore decide di fuggire e di tornarsene a Galway. Si carica addosso tutta la sua roba e se ne va nella notte. Peccato avesse lasciato molta della sua roba in un locker della stazione, tra cui una splendida chitarra. Il locker vuole 55 euro in moneta per restituirgli il tutto, ma l'aereo parte dopo nemmeno un'ora, e Biggley lascia tutto lì, in una stazione degli autobus di Barcellona, condendo il tutto con un sonoro e caratteristico Fuck off.
Pare che la roba, dopo due anni, sia ancora chiusa nel locker, e che questa sia diventata la storia divertente della stazione, che impiegati e addetti vari si raccontano e tramandano.
Torniamo a Venezia e alla nostra missione. Cena d'ordinanza alla mitica Osteria Kalia da Tony, poi via a spritz e birre, tra Irish Pub, il mitico Aldo, il Bacaro Jazz e una festa/rave techno in Zona Bandita, dove siamo finiti in chiusura serata. Biggley ritrova una vecchia fiamma, Mary l'americana, e alla festa è subito evidente che sono molto contenti di rivedersi. Faccio l'amico vero e lo lascio andare; sto a chiacchierare con Beppe fino alle 5, poi io prendo il mio treno per Verona e lui il suo autobus per Spinea.
Biggley riemerge domenica sera ore 20:00: "Oh, scusa, verso le 15 mi ero buttato per un pisolino...".
In tutto questo, la cazzo di caldaia si è bloccata e non ho l'acqua calda in casa (grazie Michela per il "prestito" della doccia), ho di nuovo il sonno sballato e domani inizia un'altra settimana di merda di super stress lavorativo.

Non riesco a dormire...
Forse mi bevo un Lucano, che non si sa mai.

2 commenti:

  1. ma non era mimporta na sega, ma fatta bene, che non si sa mai?
    beh però ci sta pure l'amaro

    guill, come direbbe mia nipotina, a me le tue cronache piacciono da morire. cazzo non me ne devo perdere nemmenouna

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  2. cazzo, mi tocca cronacare di più allora!

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